Regione Lombardia ha pubblicato una circolare per correggere alcuni aspetti della DGR 3226: le persone che vivono in questi luoghi potranno uscire e incontrare i propri familiari
Con una circolare pubblicata mercoledì 15 luglio, Regione Lombardia è intervenuta per correggere alcuni aspetti della DGR 3226 del 9 giugno scorso, relativa alle misure e ai provvedimenti da mettere in atto nelle strutture residenziali per persone con disabilità per prevenire la diffusione del Covid-19. Come auspicato da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, sono stati previste alcune disposizioni che -con le opportune precauzioni e i dispositivi di sicurezza necessari- permetteranno alle persone con disabilità che vivono in queste strutture di poter uscire e/o incontrare i propri genitori e familiari.
“Siamo soddisfatti per questo risultato, che è stato raggiunto al termine di una lunga fase di confronto con Regione Lombardia -commenta Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA-. Finalmente, dopo lunghi mesi di isolamento, anche alle persone con disabilità che vivono all’interno di strutture residenziali hanno ottenuto nuovo la possibilità di incontrare di persona i propri cari e, soprattutto, la possibilità di uscire dalle strutture residenziali”.
Tuttavia, non si può dimenticare che questa prolungata fase di lockdown riservata esclusivamente alle persone che vivono nei servizi residenziali si sarebbe potuta evitare se Regione avesse ascoltato fin dall’inizio le richieste e sollecitazioni avanzate da LEDHA e dalle altre associazioni impegnate per la tutela dei diritti delle persone con disabilità.
Già lo scorso 5 giugno, infatti, LEDHA aveva sollecitato Regione Lombardia a stralciare dal provvedimento in esame le strutture residenziali per le persone con disabilità (come RSD, CSS e comunità alloggio) chiedendo che non fossero equiparate alle RSA. A seguito dell’entrata in vigore della DGR, diverse famiglie di persone con disabilità si sono rivolte al Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi per segnalare l’impossibilità di incontrare di persona i propri familiari presso le strutture o di portarli a casa, anche solo per brevi periodi di tempo.
Sulla vicenda, LEDHA ha inviato una lettera a Regione Lombardia e al Garante Nazionale per le persone private della libertà, che ha condiviso le preoccupazioni espresse dai legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi.
La nuova circolare di Regione Lombardia permette -con l’adozione di opportune precauzioni- le visite dei familiari nelle strutture, la possibilità di uscire e quella di brevi ritorni a casa. Spetterà quindi agli enti gestori garantire condizioni di pari opportunità e di movimento a tutte le persone che vivono nelle residenze e nelle comunità. LEDHA continuerà a vigilare sull’attuazione della normativa per fare in modo che a tutte le persone con disabilità venga garantito il diritto a vivere una vita di relazioni piena e soddisfacente, pur con il rispetto dei limiti imposti dalla tutela della salute e dalle norme per prevenire la diffusione del Covid-19.