26 Marzo 2020
Disabilitā al tempo del Coronavirus: prove di esclusione
Fin dai primi giorni della crisi, le misure eccezionali adottate per contenere il contagio stanno discriminando le persone con disabilitā. E questo non č accettabile
Le associazioni di persone con disabilità, le persone con disabilità, i loro familiari stanno affrontando in solitudine ed abbandono le conseguenze delle misure drastiche adottate per contrastare l’emergenza epidemiologica e supportare i sistemi sanitario ed economico nazionali. Misure che il nostro Paese non aveva mai sperimentato prima d’ora ma che vengono accettate dai cittadini nel nome di un bene comune e in fiducia del nostro sistema democratico. Purtroppo -e le nostre associazioni lo hanno dichiarato fin dai primi giorni della crisi- queste misure eccezionali stanno discriminando le persone con disabilità. E questo non è accettabile. È necessario ammettere che questo COVID-19 ha reso le persone con disabilità ancora più vulnerabili, ancora più escluse.
Le linee di comportamento sanitario- medico non devono discriminare le persone con disabilità quando:
- i sistemi sanitari non sono in grado di fornire lo stesso livello di assistenza a tutti a causa della mancanza di attrezzature e del finanziamento insufficiente;
- nel redigere queste linee di comportamento non sono tenuti in conto gli obblighi assunti nella Ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, in particolare l' articolo 11 - situazioni di rischio e di emergenza umanitaria;
- nella scelta dei pazienti che possono essere salvati, il medico deve basare la sua azione di intervento su chiari criteri etici e scientifici, come ad esempio il parere formulato, proprio in occasione dell'emergenza Covid19, dal Comitato di Bioetica della Repubblica di San Marino: “L'unico parametro di scelta, quindi, è la corretta applicazione del triage, nel rispetto di ogni vita umana, in base ai criteri di adeguatezza clinica e proporzionalità dei trattamenti. Qualsiasi altro criterio di selezione, come età, genere, appartenenza sociale o etnica, disabilità, è eticamente inaccettabile, in quanto implementerebbe una classifica di vite solo apparentemente più o meno degna di essere vissute, costituendo un'inaccettabile violazione dei diritti umani”. Una indicazione maggiormente appropriata di quella elaborata dalla Società italiana di anestesia (SIAARTI).
Le persone con disabilità affrontano lo stesso rischio del resto della popolazione, aggravato da molte altre questioni quali l’interruzione dei servizi e di supporto, le condizioni di salute preesistenti che li lasciano maggiormente a rischio di sviluppare malattie gravi o morire, l’esclusione dalle informazioni sulla salute e dalla fornitura di servizi sanitari tradizionali e di sistemi di protezione individuali.
Per questo motivo è necessario provvedere a:
Rendere accessibile la comunicazione sulla salute pubblica
Ogni persona ha il diritto di avere informazioni immediate e corrette sull'epidemia e sulle misure che dovrebbero prendere e le loro famiglie.
Rendere accessibili ed inclusivi i servizi sanitari e di salute pubblica
È essenziale garantire che le persone con disabilità non vengano lasciate indietro o sistematicamente depriorizzate nella risposta alla crisi.
Investire nella fornitura di servizi e supporto e garantire il rafforzamento dei servizi essenziali
È essenziale ed urgente incrementare gli investimenti in questi servizi per garantire che possano far fronte all'aumento dei costi associati alla crisi, compresi medicinali, materiali protettivi e straordinari del personale.
Coinvolgere le persone con disabilità
Le persone con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative (Organizzazioni di persone con disabilità - DPO), sono nella posizione migliore per consigliare le autorità sui requisiti specifici e le soluzioni più appropriate quando forniscono servizi accessibili e inclusivi.
Garantire che le persone emarginate e isolate non vengano lasciate senza beni essenziali, supporto e contatto umano
- introdurre test proattivi e misure preventive più rigorose per gruppi di persone con disabilità, che sono più suscettibili alle infezioni a causa delle complicanze respiratorie o di altre malattie. Queste misure dovrebbero estendersi alla loro rete di supporto;
- le autorità devono considerare che la mobilità e le restrizioni al sistema economico hanno un impatto sproporzionato sulle persone con mobilità ridotta e altre persone con disabilità. Esempi di tali adattamenti possono includere orari di apertura specifici per le persone con disabilità e le persone anziane o servizi di consegna prioritaria:
- in caso di carenza di prodotti alimentari o igienici, è necessario adottare misure immediate per garantire che le persone con disabilità non vengano escluse e ricevano in via prioritaria beni e servizi essenziali
Reti di supporto e dispositivi di assistenza
- Devono essere disponibili finanziamenti e soluzioni pratiche per garantire che le persone con disabilità non siano influenzate negativamente dalla perdita temporanea di persone dalle loro reti di supporto (compresi assistenti personali, familiari e servizi professionali specifici) a causa di malattia o impatto indiretto di COVID-19;
- allo stesso modo, i servizi coinvolti nella fornitura e manutenzione dei dispositivi di assistenza essenziali devono essere prioritari.
- i fornitori di servizi di assistenza devono disporre dei dispositivi di protezione individuale e delle istruzioni necessarie per ridurre al minimo l'esposizione e la diffusione dell'infezione, nonché devono essere sottoposti a test preventivi per il virus.
Luisella Bosisio Fazzi
tesoriere LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità