La sintesi del convegno promosso da Spazio Residenzialità dedicato al tema del progetto individuale.
A cura di Annamaria Cremona*
Spazio Residenzialità è un progetto che nasce dall'esperienza di Oltre noi...la vita e di LEDHA, e sostenuto con forza dalla Provincia di Milano - Delega alla partecipazione e tutela dei diritti delle persone con disabilità, con l'obiettivo di offrire alle persone adulte con gravi disabilità e alle loro famiglie un'opportunità per supportare i percorsi di vita adulta autonoma e la progettazione per una serena fuoriuscita dal contesto familiare originale. Un servizio che prova a rispondere ad un bisogno espresso dalle persone con disabilità e dai loro familiari oggi spesso alle prese con un sostanziale disorientamento di fronte al problema del dopo di noi o delle prospettive di vita adulta anche al di fuori del proprio contesto familiare d'origine.
Spazio Residenzialità ha come finalità ultima la promozione e lo sviluppo del contesto sociale, la capacità della comunità di far fronte alle esigenze ad ai diritti delle persone, in particolare persone adulte con grave disabilità.
Il convegno segue due precedenti giornate di studio analoghe sul tema della residenzialità per le persone con disabilità : il convegno "Dal dopo di noi al durante noi" (febbraio 2006) presso Casa alla Fontana e il convegno "Vivere insieme" (novembre 2006), presso Palazzo Isimbardi.
Questo nuovo appuntamento è stato dedicato alla prospettiva e alla progettazione, passando dalla quotidianità alla territorialità.
Il programma ha previsto due momenti di lavoro ben distinti: uno al mattino con vari interventi centrati sulla progettazione e uno più pratico al pomeriggio con due gruppi di lavoro.
I lavori sono stati aperti dalla consigliera provinciale delegata alla Partecipazione e tutela dei diritti delle persone con disabilità, Ombretta Fortunati e coordinati dalla giornalista Marta Ghezzi.
Successivamente sono intervenute Annamaria Cremona e Marinella Sguazzi, in qualità di operatrici di Spazio Residenzialità, presentando il servizio e l'attività svolta sino ad oggi:
1) creazione di gruppi di lavoro con operatori e con famiglie,
2) sportello di primo livello di accoglienza ed informazione, a cui normalmente si rivolgono le persone che sono in situazione di curiosità e muovono i primi passi nel mondo delle strutture residenziali,
3) sportello di secondo livello per le situazioni più complesse, che non trovano una soluzione immediata nei servizi del territorio e per le quali è necessario un accompagnamento nel percorso, un avvicinamento ai servizi ed una collaborazione con gli stessi.
L'intervento di Maria Villa Allegri, Presidente ANFFAS Brescia, invece, è stato improntato sul progetto individuale e sono stati dati vari spunti di riflessioni legati alle politiche e i sistemi necessari a sostenere efficacemente gli interventi in favore della persona con disabilità. Una precisa e costruttiva analisi della situazione attuale regionale e nazionale ed intervento denso di quesiti, di proposte in merito ad una presa in carico pubblica globale e continuativa della persona con disabilità.
Diletta Cicoletti, sociologa e ricercatrice IRS, ha portato la sua esperienza di formatrice di operatori centrata sulla progettazione individualizzata.
Gli operatori richiedono aiuto per ricostruire il senso dell'utilizzo dei progetti personalizzati o individuali ed un supporto metodologico, perché costruire un progetto richiede tempo extra, che non sempre può essere riconosciuto dalle organizzazioni di riferimento. La d.ssa Cicoletti sottolinea che "Progettare", in generale, significa "organizzare e mettere in atto un'attività mirata a produrre effetti di modificazione e trasformazione", a produrre quindi un cambiamento, si pensa sempre rivolto al meglio. I progetti individuali che vogliono contribuire alla costruzione di percorsi di autonomia delle persone disabili, hanno come obiettivo il cambiamento. L'azione di pianificazione degli interventi da sola non basta a produrre cambiamento. Occorre che i soggetti portatori di interesse, quindi in primo luogo le persone disabili e le loro famiglie, concorrano e partecipino attivamente alla stesura dei progetti individualizzati. E pensare ad un progetto di vita autonoma significa dunque prima di tutto mettere intorno al tavolo tanti soggetti: la persona, la famiglia, gli operatori dei servizi pubblici, del privato sociale.
L'analisi del coinvolgimento del territorio per lo sviluppo di nuovi progetti residenziali ha coinvolto tre realtà diverse, ma complementari: il volontariato, l'ente locale e le fondazioni. La prima rappresentato dal presidente del CSV della Provincia di Milano Lino Lacagnina, la seconda da Gabriella Achilli consigliere comunale a San Donato Milanese, la terza da Monica Villa della Fondazione Cariplo.
Carlo Bellavite Pellegrini, professore di Finanza Aziendale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha portato l'esperienza di I care, ancora, una fondazione di partecipazione e l'importanza delle fondazioni per il mondo del non profit.
Il responsabile del Servizio Spazio Residenzialità, Guido De Vecchi, chiude i lavori della mattinata presentando il Tavolo Provinciale della Residenzialità, un momento per sostenere le varie esperienze sul territorio del terzo settore in collaborazione con gli enti locali.
Nel pomeriggio è stata presenta l'esperienza residenziale delle persone con sordociecità acquisita della Lega del Filo d'oro e la collaborazione di questa con il pensionato integrato del Villaggio Barona da Cristina Alippi e Marco Cinquegrana.
I lavori di gruppo finali sono stati guidati da Nicoletta Squartini e Guido De Vecchi.
In questa occasione tutti i partecipanti hanno potuto esprimere i proprio pensieri, i propri dubbi. Nel primo "Costruiamo un progetto sul territorio" sono stati richiesti la costruzione di un'anagrafe del bisogno su tutto il territorio provinciale, la promozione e il sostegno di gruppi di mutuo aiuto e il potenziamento dei nuclei zonali.
Nel secondo, invece, "Costruiamo un progetto individuale" sono emersi vari bisogni: tenere insieme le storie, tenere insieme le reti, garanzie di rispetto dei tempo di realizzazione, di tenere uniti tutti gli attori coinvolti (cittadini, enti locali, amministratore di sostegno, operatori del privato sociale), tutti siamo coinvolti, ognuno con le proprie responsabilità.
Ombretta Fortunati, infine, tira le somme di questa lunga ed impegnativa giornata, ribadendo l'intenzione della Provincia di aprirsi e andare oltre a quello che già fa e sottolineando l'importanza del fatto che le politiche che devono cambiare. Individua poi nel Tavolo Residenzialità e nello Spazio Residenzialità quali luoghi di incontro, oltre che di confronto, dove poter continuare a portare avanti questa logica di svegliare coloro che sono ancora poco recettivi al fatto di mettersi in gioco e quindi cercare insieme di fare un lavoro comune."
Pubblicato per gentile concessione di Oltre noi...notizie
* Assistente Sociale LEDHA