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28 Ottobre 2019

LEDHA scrive ai Comuni: garantire i diritti delle persone con disabilitą

Negli ultimi anni LEDHA ha promosso azioni legali contro quei Comuni che nella stesura di nuovi regolamenti hanno imposto quote di compartecipazioni irragionevoli. Le richieste dell'associazione per evitare che casi simili si ripetano

I Comuni svolgono un ruolo fondamentale nel garantire alle persone con disabilità la piena concretizzazione del diritto a vivere una vita degna. Il progetto di vita individuale (introdotto dalle legge 328/2000) rappresenta lo strumento volto a realizzare la piena integrazione della persona con disabilità in modo personalizzato e continuativo nell’ambito della vita familiare e sociale. E compete ai Comuni (d’intesa con le ASST) predisporre il progetto individuale, tenendo conto dei bisogni, delle preferenze della persona e delle risorse necessarie.

LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha inviato una lettera ai sindaci di tutti i Comuni lombardi per chiedere che vengano garantiti i diritti sanciti dalla normativa nazionale e che le richieste di partecipazione alla spesa siano ragionevoli.

“Da oltre 15 anni LEDHA è impegnata nella campagna ‘Pagare il giusto’, con l’obiettivo di ottenere criteri di partecipazione alla spesa dei servizi per le persone con disabilità ispirate a criteri di equità e ragionevolezza”, commenta l’avvocato Laura Abet, del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi. Con l’entrata in vigore del Dpcm 159/2013, le amministrazioni comunali sono chiamate a predisporre nuovi regolamenti sulla compartecipazione alla spesa. “Negli ultimi anni LEDHA ha promosso diverse azioni legali contro quei Comuni che, nella stesura dei nuovi regolamenti, hanno imposto quote di compartecipazione alla spesa irragionevoli", spiega Laura Abet.

Onde evitare che in futuro siano i tribunali (Tar e Consiglio di stato) a dover intervenire per definire i criteri di compartecipazione alla spesa, LEDHA ha avanzato alcune richieste specifiche anche per quei Comuni che non hanno ancora adeguato i propri regolamenti alla “nuova” normativa:

  • i Comuni e le ASST devono garantire a tutte le persone con disabilità il diritto alla presa in carico e alla costruzione di un progetto per la vita indipendente. Tutte le risorse disponibili (pubbliche e private, personali, sociali e familiari) devono essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi indicati nel progetto individuale, che deve essere realizzato attraverso il massimo coinvolgimento della persone;
  • le richieste di compartecipazione alla spesa devono essere ragionevoli;
  • deve essere applicato l’ISEE sociosanitario a tutta la filiera dei servizi per le persone con disabilità;
  • devono essere previste soglie di esenzione per le persone con disabilità con ISEE uguale o inferiore a 6mila euro;
  • la retta sociale deve essere onnicomprensiva di tutti i costi, compresi quelli accessori quali mensa e trasporto.

Il progetto individuale deve garantire la libertà della persona di vivere nella società con la possibilità di scegliere, su base di eguaglianza con gli altri, dove e con chi vivere, senza essere obbligate a vivere in una particolare sistemazione, evitando che siano vittime di segregazione. “Rappresenta un elemento essenziale per garantire il rispetto dei diritti delle persone con disabilità, in base a quanto previsto dalla Convenzione Onu -conclude il presidente di LEDHA, Alessandro Manfredi-. Per questo motivo è fondamentale che i Comuni siano luoghi di riferimento per la presa in carico e l’individuazione di regole eque e ragionevoli. Senza essere costretti a ricorrere alle vie legali”.

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