"I risultati del confronto tra Regione e le associazioni sono stati positivi: trovate le risorse per garantire, anche per il 2019, l'accesso universale alla 'Misura B1'. che non č subordinata a una soglia ISEE".
Il 12 febbraio, Regione Lombardia ha approvato la Dgr 1253/2019 che ha stabilito le modalità di ripartizione del Fondo nazionale per le non-autosufficienze che, integrato con ulteriori risorse regionali, ammonta a 83,5 milioni di euro. Il provvedimento regionale conferma l’attuazione della cosiddetta “Misura B1” che stabilisce l’erogazione di un buono e di un voucher socio-sanitario per le persone con disabilità gravissima che vivono a domicilio.
Si tratta di un provvedimento utile e importante perché mette a disposizione delle persone con disabilità gravissima e delle loro famiglie risorse utili a garantire una migliore qualità della vita presso la propria abitazione e nel contesto familiare di riferimento. “Per questo motivo abbiamo apprezzato le modalità con cui Regione Lombardia è pervenuta alla definizione della Delibera, attraverso un serrato confronto con le associazioni rappresentative delle persone con disabilità durante la fase di stesura del decreto -commenta Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità-. I risultati di questo confronto sono stati positivi: Regione Lombardia, ha saputo trovare le risorse necessarie per garantire, anche nel corso del 2019, l’universalità di accesso alla ‘Misura B1’, che non è subordinata a una determinata soglia ISEE, ma garantisce l’erogazione di un buono e di un voucher a coloro che ne fanno richiesta indipendentemente dal reddito.
Un ulteriore elemento positivo contenuto nella delibera e negli allegati al testo è il rafforzamento della funzione e dell’importanza della valutazione multidimensionale della Progettazione individuale. Si tratta di un importante evoluzione del modello di presa in carico delle persone con disabilità, perché non si limita alla mera erogazione di risorse economiche (calcolate e quantificate sulla base dei livelli di bisogno), ma prevede una disamina attenta dei bisogni e delle esigenze di sostegno di ogni singola persona con disabilità.
“Si tratta di un primo passo verso una giusta direzione: un rapporto tra l’ente (Ats e Asst) e la persona con disabilità meno burocratico e più attento -commenta Alessandro Manfredi-. Ci auguriamo che quanto definito in delibera trovi concreta attuazione in modo rispondente ai principi stabiliti; per questo è necessario che Regione Lombardia non si limiti a dettare indicazioni di indirizzo, ma accompagni attivamente questo processo di cambiamento. LEDHA, come ha sempre fatto in questi anni, si mette a disposizione degli enti preposti per realizzare questo modello di presa in carico”.