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8 Settembre 2015

“Vogliamo andare a scuola!”. Pronti per i ricorsi

Una sessantina di famiglie hanno partecipato all'incontro organizzato da LEDHA. Inizio d'anno scolastico a rischio per tanti bambini in alcune province lombarde. Fontana: “Le parole non bastano più, abbiamo deciso di agire”.

Una sessantina di famiglie hanno partecipato ieri alla riunione organizzata da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità nell'ambito della campagna “Vogliamo andare a scuola!”. Un appuntamento che si è reso necessario malgrado l'impegno di LEDHA e i tanti solleciti inviati alle istituzioni: ancora una volta, l'inizio dell'anno scolastico per i bambini e ragazzi con disabilità è segnato da ritardi e mancanza di risposte.
“Quest'anno però  la situazione è particolarmente complessa, anche a causa del riordino delle competenze delle Province stabilito dalla Legge Delrio” spiega Alberto Fontana, presidente di LEDHA. Dopo lunghi silenzi e settimane in cui sembrava che i servizi dedicati ai bambini e ragazzi con disabilità (trasporto, assistenza alla comunicazione, assistenza ad personam) non sarebbero stati nemmeno attivati qualcosa si è mosso.  “Ma le parole e le promesse non ci bastano più – aggiunge Fontana -. Per questo abbiamo deciso di intraprendere un percorso forte: parliamo apertamente di discriminazione”.



La situazione sul territorio lombardo è estremamente variegata. Alcune province come Bergamo, Como, Lecco e Mantova hanno rassicurato le famiglie e le associazioni, impegnandosi pubblicamente a garantire il servizio. Sebbene in alcuni casi non siano stati atti pubblici e non siano stati pubblicati i documenti necessari.
La Provincia di Brescia, invece, approverà il bilancio e ha siglato un accordo quadro (2011-2016) con delega ai Comuni per la gestione dei servizi. Mentre a Lodi si sta concludendo l'iter per il protocollo di intesa con i Comuni ma restano ancora situazioni di incertezza: “Mi ha chiamato la scuola per comunicarmi che non sanno cosa fare”, è la denuncia di una mamma.

La Provincia di Varese (che da tempo è commissariata) provvederà a erogare i servizi ma con dei tetti che non sono ancora stati definiti. Particolarmente critica la situazione a Cremona: la lettera inviata da LEDHA nelle settimane scorse è rimasta senza risposta. La Provincia ritiene di non avere la responsabilità di erogare questi servizi. Desta preoccupazione anche la situazione in provincia di Monza e Brianza dove c'è stata una tempestiva pubblicazione degli atti e della modulistica. Ma l'ente deve fare i conti con un preoccupante buco di bilancio che fa temere ritardi nell'attivazione dei servizi e una drastica diminuzione delle ore.


La Città Metropolitana di Milano, invece, ha chiuso intese con 14 dei 17 uffici di piano per la gestione dei servizi di trasporto, assistenza alla comunicazione e assistenza ad personam che verranno delegati ai comuni. Restano esclusi da questo accordo la città di Milano e alcuni altri ambiti: in questi casi, la gestione resta in capo a Città Metropolitana fino al 31 dicembre. “In attesa del passaggio di competenze ai Comuni, tutto resta come prima”, spiega Armando de Salvatore, del gruppo LEDHA scuola.

“La situazione è molto confusa – commenta Giovanni Merlo, direttore di LEDHA -. Avremmo preferito non dover convocare questa riunione. Noi crediamo nella politica e nella collaborazione tra le istituzioni. Ma in questi mesi il confronto che abbiamo affrontato è stato faticoso e non ha prodotto i risultati che siamo abituati a raggiungere”.  I ricorsi legali, rappresentano dunque l'ultima carta a disposizione per garantire i diritti dei bambini e ragazzi con disabilità e delle loro famiglie.

Difficilmente all'inizio del nuovo anno scolastico tutti i bambini e ragazzi con disabilità potranno usufruire di servizi  adeguati rispetto al monte ore stabilito dal PEI. Difficilmente i servizi verranno attivati tempestivamente. “Qualunque situazione di non adeguatezza del servizio o mancanca di un servizio a inizio anno scolastico ha un nome: si chiama discriminazione. Un ritardo dell'erogazione dei servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza ad personam e trasporto non è un disservizio o un problema di competenze, è discriminazione”, spiega Giovanni Merlo.

Durante la serata, gli avvocati del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” hanno illustrato ai presenti le modalità operative con cui è possibile procedere per portare avanti i ricorsi. Sia per quanto riguarda le cause antidiscriminatorie sia per quanto riguarda gli appelli al TAR.
La richiesta di LEDHA alle famiglie che hanno partecipato all'incontro di ieri sera (ma, più in generale, a tutte le famiglie che si trovano nella stessa situazione) è quella di tenere aggiornata l'associazione sull'avvio dell'anno scolastico e le criticità che si presenteranno. E soprattutto di segnalare la propria intenzione a procedere con il ricorso. Le segnalazioni possono essere inviate all'indirizzo mail info@ledha.it

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