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31 Luglio 2014

Nuovo anno scolastico, quali risposte su assistenza educativa e alla comunicazione?

Settembre è alle porte, ma ancora non si sa quale ente avrà le competenze (e soprattutto le risorse) per garantire il diritto allo studio degli alunni e studenti con disabilità.

Il 15 settembre, fra poco più di un mese, iniziano le scuole in Lombardia, ma in molte province gli studenti con disabilità grave che frequentano le scuole superiori, gli alunni e studenti con disabilità sensoriale iscritti in ogni ordine di scuola e le loro famiglie non sanno se avranno ancora il supporto degli assistenti all'autonomia e alle relazioni sociali, il trasporto casa-scuola, gli assistenti alla comunicazione.
Non si sa, infatti, nelle more dell'attuazione della Legge Delrio (56/2014), che ridimensiona notevolmente i compiti delle Province e istituisce le Città Metropolitane, quale ente dal gennaio 2015 avrà le competenze e soprattutto le risorse per garantire ildiritto allo studio dei nostri figli.

Per rendere effettivo il diritto allo studio di alunni e studenti con specifiche esigenze la figura dell'assistente educativo è determinante. Li aiuta a comunicare, a relazionarsi con gli altri e ad acquisire indispensabili autonomie personali e sociali ed è altrettanto importante dell'insegnante di sostegno nella didattica e in ambito cognitivo. Nel caso degli alunni con disabilità sensoriali l'educatore costituisce anche un insostituibile "facilitatore" per l'apprendimento dell'uso di ausili e nuove tecnologie elettroniche e informatiche. Ma un tassello fondamentale dell'integrazione scolastica è anche il servizio di trasporto, per permettere agli studenti più gravi o con severa disabilità motoria di raggiungere la loro sede scolastica, senza costringere i loro famigliari ad abbandonare il lavoro.

Tali strumenti, essenziali per l'integrazione scolastica e la piena fruizione del diritto allo studio, sono considerati da molti nostri amministratori pubblici un problema residuale o, peggio, un costo da tagliare in tempi di spending review. Senza pensare che è in gioco uno dei (pochi) traguardi ottenuti dall'Italia nei quattro decenni scorsi: la frequenza da parte di tutti gli alunni e gli studenti con disabilità delle scuole di tutti.

In Lombardia sono 33.500 gli alunni e studenti con disabilità che frequentano le scuole statali, circa il 2,85 % della popolazione scolastica, di cui un quarto circa in situazione di gravità e un quinto di origine straniera. Per loro c'è la garanzia solo degli insegnanti di sostegno: in media 1 ogni 2,16 alunni. Un numero peraltro insufficiente per permettere ai più gravi non solo di apprendere, ma persino di frequentare le scuole di appartenenza, in un contesto tutt'altro che "facilitante". Classi sempre più affollate dove, mediamente, il 10% degli alunni ha bisogni educativi speciali (BES) conclamati. Bisogna poi fare i conti con insegnanti curricolari demotivati o impreparati a gestire situazioni oggettivamente complesse, discontinuità didattica, formazione e aggiornamento ancora inadeguati.

Senza trasporti gratuiti, senza l'eliminazione delle barriere architettoniche, senza l'assistenza igienica di base (i bidelli), senza l'assistenza educativa specialistica, l'integrazione scolastica degli alunni e studenti con disabilità grave o con difficoltà di comunicazione per disabilità sensoriale (non e ipo-vedenti o udenti) è come un mosaico che va in pezzi e con esso vanno in pezzi la volontà, l'impegno e gli sforzi di quanti in questo obiettivo hanno creduto e per questo traguardo tenacemente lavorato.

Si rischia seriamente che prendano il sopravvento, in tempi di vacche magre, i "gufi" della didattica differenziale e delle scuole speciali: a detta loro i gravi rallentano la didattica e abbassano nelle classifiche le medie europee della scuola italiana; spesso non sono gestibili in mezzo agli altri e vanno portati "fuori" dalla classe; se ben seguiti, rappresentano un costo eccessivo.

Come associazioni di persone con disabilità abbiamo lanciato un appello a Regione Lombardia per chiedere al Consiglio "di adottare tutte le misure e gli adempimenti necessari al fine di garantire, in tempi utili e certi, il diritto allo studio degli alunni con disabilità delle scuole di ogni ordine e grado".
Parallelamente, abbiamo promosso, tramite un questionario, una ricognizione sull'assistenza educativa tra le Associazioni più radicate e rappresentative nei territori delle province lombarde. Sono emersi problematiche e dati quantitativi, per utenza e risorse messe in campo, che delineano uno scenario molto diversificato nei vari territori ma insieme una ricchezza non indifferente di professionalità e competenze.

Dalla nostra inchiesta sono emersi i numeri del bisogno in Lombardia relativamente all'assistenza alla comunicazione per i sensoriali, al trasporto e all'assistenza "ad personam" nelle scuole superiori e nella formazione professionale. Nell'anno scolastico 2013/2014, sono stati 2.360 gli alunni e studenti con disabilità grave che hanno avuto assistenza educativa specialistica nelle scuole superiori. Mille tra loro hanno fruito di trasporto gratuito casa-scuola; 1.700 alunni e studenti con disabilità sensoriale hanno disposto di assistenti e ausili per la comunicazione.
Molti ancora mancano all'appello, perché si sa solo che circa 290 studenti con disabilità frequentano le scuole paritarie superiori e 3.900 la formazione professionale, ma non si è a conoscenza dei supporti di cui fruiscono o di cui abbiano bisogno per la didattica e l'autonomia.

Come Associazioni di persone con disabilità chiediamo che le Istituzioni diano adeguata risposta a questo bisogno, utilizzando anche la consulenza dei nostri esperti, perché con il prossimo anno scolastico non abbia inizio una nuova stagione di rivendicazioni nelle aule dei tribunali, oltremodo faticosa e dolorosa per le famiglie, oltrechè onerosa per le casse degli enti pubblici.

 

Donatella Morra - Referente LEDHAscuola

 

 

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