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12 Giugno 2014

Osservazioni alle Linee guida sulla riforma del Terzo Settore

Positivo il giudizio di LEDHA, che però non si sottrae al dibattito. Bomprezzi: "Preoccupati per l'inserimento del principio di libera scelta e del voucher come strumento prevalente di intervento".

È positivo il giudizio di LEDHA sulle "Linee guida per una riforma del Terzo Settore" presentate dal Governo. Un intervento che potrà consentire una migliore valorizzazione di quanto già oggi viene espresso e realizzato dalla "parte migliore della società", sia in termini di idealità che di attività concrete. Analogamente a quanto già evidenziato da Fish-Federazione italiana superamento handicap e dal Forum Terzo settore, LEDHA valuta positivamente diverse decisioni presenti nel documento, tra cui quella di stabilizzare la normativa del cinque per mille e l'universalismo del servizio civile.

Proprio questa valutazione, complessivamente positiva, ha spinto LEDHA a partecipare a questo dibattito, identificando alcune criticità che, se non affrontate in modo adeguato, potrebbero metter in discussione il valore dell'azione riformatrice. "Siamo sinceramente preoccupati dell'inserimento all'interno delle linee guida, del principio della libera scelta come elemento cardine su cui poggiare lo sviluppo del welfare sociale italiano e della conseguente adozione del voucher come strumento prevalente di intervento - spiega Franco Bomprezzi, presidente di LEDHA -. La nostra non è una critica a priori. Ma nasce dall'esperienza vissuta in Lombardia, dove per decenni è stato questo il caposaldo dell'azione di politica sociale regionale".

L'esperienza lombarda racconta come la riduzione della presa in carico delle persone con disabilità alla semplice libertà di scegliere a quale servizio accedere presti il fianco ad esiti paradossali che rinforzano la situazione di bisogno e dipendenza e deprimano le potenzialità della persona (ridotta al rango di utente - consumatore), della sua famiglia e della sua comunità di appartenenza.
Al contrario serve una presa in carico globale e continua delle persone con disabilità. Una presa in carico che chiami a raccolta le istituzioni pubbliche come quelle sociali e civili a mettere le proprie risorse e competenze a servizio delle esigenze e dei diritti delle persone, per promuoverne l'inclusione sociale e la vita attiva.

LEDHA infine valuta positivamente la valorizzazione del Terzo Settore e del suo protagonismo non solo (e non tanto) nella gestione dei servizi quanto nel contribuire alla migliore programmazione degli interventi, tanto a livello locale quanto in quello regionale e nazionale.
Ma senza far venire meno "alle responsabilità delle istituzioni pubbliche e dell'intera collettività nei riguardi dei diversi fenomeni di disagio sociale connessi alle condizioni di diseguaglianza e di discriminazione determinati dall'attuale assetto sociale, economico e culturale", aggiunge Bomprezzi.

LEDHA ribadisce come il ruolo del Terzo Settore dovrà essere sempre più quello di promotore di spazi e di occasione di inclusione, di sostegno ad una forte personalizzazione degli interventi rivolti alla persona che ne permettano il riconoscimento sociale come essere umano e non come portatore di problemi. “Crediamo infatti che la natura e la stessa nostra identità non possa essere declinata dalle azioni ed attività che potremo o non potremo realizzare - conclude Bomprezzi -. Ma piuttosto dal perché le promuoviamo e dal come le realizziamo. Il punto di osservazione sulla sfera dei diritti di cittadinanza: ossia il punto di osservazione della persona, al centro di qualsiasi possibile riforma".

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