Questo sito utilizza cookie. Proseguendo la navigazione si acconsente al loro impiego in conformitą alla nostra Cookie Policy.
Informativa estesa         

Archivio notizie

13 Agosto 2013

Disabilitą gravissima: cambiamenti in vista

L'assessore Cantł anticipa le modalitą di utilizzo della quota regionale del Fondo per la non-autosufficienza (40 milioni di euro): la platea dei beneficiari verrą estesa a tutte le persone con gravissime disabilitą.

Con una comunicazione alla Giunta l'assessore regionale alla Famiglia, Solidarietą sociale e Volontariato, Maria Cristina Cantł, ha fatto sapere in che modo intende sostenere la permanenza a domicilio delle persone con disabilitą gravissima. Ribadendo la necessitą di una presa in carico globale e prevedendo di consultare Comuni e associazioni prima di assumere i provvedimenti attuativi.
La seduta della Giunta regionale del 2 agosto ha approvato numerosi provvedimenti che spaziano praticamente su tutte le competenze regionali, fra questi la DGR 590 si occupa delle persone con disabilitą gravissime.

Si tratta in realtą di una semplice comunicazione attraverso la quale l'assessore Cantł anticipa, ottenendo l'approvazione della Giunta, le modalitą di utilizzo della quota del Fondo per la Non Autosufficienza attribuita alla Lombardia, pari a oltre 40 milioni di Euro.
Si tratta di risorse che negli anni passati sono state destinate al sostegno alla domiciliaritą delle persone affette da SLA e da altre malattie del motoneurone. Regione Lombardia con questa comunicazione, anticipa l'intenzione di modificare questa prassi estendendo la platea dei beneficiari a tutte le persone con disabilitą gravissima, come del resto prevede la stessa normativa nazionale. Ma anche introducendo il principio della presa in carico, della valutazione multidimensionale del bisogno e della stesura di un progetto individuale "che preveda una risposta unitaria su pił livelli assistenziali anche attraverso un mix di risorse economiche e/o interventi sia sociali che sociosanitari".

Una ulteriore conferma della volontą della Giunta Regionale di mettere in discussione alcuni cardini dell'attuale modello di welfare sociale lombardo, con una maggiore attenzione alla dimensione sociale rispetto alla sola erogazione di prestazioni di carattere sanitario. "Un passo in avanti - commenta Franco Bomprezzi, presidente Ledha - perché si esce dalla logica sanitaria che fa equivalere una malattia con un bisogno per avvicinarci all'approccio sociale alla disabilitą. Colpisce anche positivamente l'intenzione di coinvolgere attivamente Comuni ed Associazioni prima della stesutra degli atti applicativi, che sono poi quelli che determineranno o meno la bontą dell'intervento".

Condividi: Logo Facebook Logo Twitter Logo mail Logo stampante