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4 Luglio 2013

Assistenti alla comunicazione a carico delle famiglie

Col nuovo anno scolastico le famiglie dovranno assumere direttamente l'assistente alla comunicazione per i figli con disabilità. La Provincia si limiterà a erogare un contributo. Il commento dell'avvocato Gaetano De Luca.

Assumere l'assistente alla comunicazione che dovrà seguire la figlia durante le ore di lezione con le stesse modalità di una colf o una badante. È questa la proposta presentata dal Comune di Meda a Renato Dassi, presidente dell'Associazione genitori Nostra Famiglia, e padre di una ragazza con disabilità che frequenta la scuola superiore. Alla famiglia, che di fatto diventa il datore di lavoro dell'assistente, la Provincia di Monza e Brianza rimborserà le spese sostenute in base al monte ore che verrà assegnato alla ragazza.
Col nuovo anno scolastico allle famiglie viene chiesto di assumere direttamente l'assistente alla comunicazione per i figli con disabilità. La Provincia si limiterà a erogare un contributo. Riportiamo di seguito il parere del'avvocato Gaetano De Luca del Servizio legale Ledha.



Ritengo che questa modalità di erogazione del servizio sia assolutamente contraria ai principi legali che stanno alla base della fornitura di un servizio pubblico garantito dalla legge.
Il servizio di assistenza all'autonomia e alla comunicazione costituisce infatti un servizio pubblico strumentale all'esercizio del diritto allo studio degli alunni con disabilià ed in questi ultimi anni sono numerose le sentenze dei nostri Tribunali che lo hanno qualificato come strumento indispensabile per garantire l'esercizio di un diritto fondamentale dell'individuo.
Il fatto di costituire uno strumento legato all'esercizio di diritti fondamentali dell'uomo conferisce a questo tipo di servizio una natura giuridica particolare che impone agli enti locali competenti di fornirlo con modalità adeguate.

Se la normativa assegna ad un ente pubblico (in questo caso alla Provincia) la titolarità del servizio, è l'ente pubblico che deve fornirlo e che rimane responsabile del procedimento di erogazione. Limitarsi ad erogare un contributo e spogliarsi dell'organizzazione e della gestione del servizio, affidandolo allo stesso titolare del diritto, costituisce un palese inadempimento dei propri dovere istituzionali.

Se la Provincia non è in grado di fornire gli educatori e gli assistenti a causa della mancata predisposizione di uffici amministrativi ad hoc, può delegare la gestione del servizio ad enti terzi (cooperative o altri soggetti del terzo settore) stipulando con essi delle convenzioni, ma non può pretendere che siano le stesse famiglie a farsi carico del servizio.
Occorre peraltro sottolineare che l'ente locale con l'erogazione di un semplice contributo non solo si spoglia delle procedure relative alle assunzioni degli assistenti, ma addossa alle famiglie anche la responsabilità legata allo svolgimento dell'attività professionale degli assistenti che dovrebbe invece rimanere a capo del titolare del servizio pubblico, unico vero garante della stessa qualità e adeguatezza del servizio.

Avv. Gaetano De Luca - Servizio Legale Ledha

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