Pubblichiamo l'intervento di Franco Bomprezzi sul Corriere della Sera: "Ledha, patrimonio di civiltà e di libertà per tutti. Non solo per i disabili".
Quanto è difficile oggi sostenere la cultura dei diritti e delle opportunità? Spesso le associazioni alle prese con i bisogni essenziali, dall'assistenza alla scuola, dai trasporti alle cure. Non c'è tempo, e a volte non ci sono neppure le energie, per un lavoro diverso, di rete, di documentazione, di sviluppo di progetti che mettano al centro le persone, le loro speranze, le loro vite. Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità, pur essendo assai nota a Milano e in Lombardia, è spesso considerata, anche dai media, solo come una associazione, sia pure autorevole, tra le tante. Ma in realtà non è così. Ledha è una macchina di guerra: organizzazione di rete, complessa, al servizio delle associazioni aderenti, 10 coordinamenti territoriali, 16 associazioni a valenza regionale, oltre 180 organizzazioni di persone e di familiari in Lombardia. La complessità implica organizzazione, competenze, continuità dei servizi. E un campanello d'allarme per la sostenibilità economica di Ledha purtroppo è arrivato. I tagli del welfare si fanno sentire. Diventa difficile portare avanti progetti fondamentali, come il Centro per la Vita Indipendente, che aiuta concretamente a risolvere problemi di autonomia, di libera scelta della propria esistenza, oppure la Mediateca, una strepitosa raccolta di film e di libri. Senza clamore, quasi con pudore, Ledha ha chiesto aiuto concreto, e oltre duecento milanesi hanno riempito San Marco, venerdì scorso, rispondendo bene all'appello di "un coro per i diritti". Ma non basta. Ledha ha dato tanto a Milano in oltre 30 anni. E' il momento che Milano e i milanesi restituiscano a Ledha per quello che merita. E' un patrimonio di civiltà e di libertà per tutti, non solo per i disabili.