Ledha scrive al Governo, per protestare conto i provvedimenti previsti dalla annunciata Legge di Stabilità e per chiedere una vera riforma del welfare.
Al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti
Al Ministro dell'Economia, Vittorio Grilli
Al Ministro del Welfare Elsa Fornero
Nelle casse dei Comuni, delle Province e delle Regioni non c'è quasi più niente da raschiare. I fondi nazionali per la non autosufficienza, per la vita indipendente, per le famiglie, sono stati azzerati già da tempo. Ora il Governo, attraverso la Legge di stabilità, vuole attaccare anche l'ultimo rifugio del welfare familiare. Spremendo risorse laddove è più facile tassare, dove è più difficile evadere e dove, verosimilmente, ci saranno meno resistenze. In queste ore sembra che sia in atto un parziale ripensamento su alcuni dei provvedimenti più odiosi. Ci auguriamo che alle parole seguano le azioni, ma il solo fatto che alcune misure siano state immaginate, proposte e messe nero su bianco, risulta intollerabile per un paese civile.
Ancora una volta sono finite nel mirino le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento, le detrazioni per le spese specifiche previste dalle leggi. È proprio qui che i tagli potrebbero andare a colpire perché qui i risparmi per lo Stato potrebbero essere più facili da ottenere, così come più sicuri sarebbero i danni alla vita di milioni di persone. Pensioni e assegni di invalidità sono già commisurati al reddito. Mentre l'indennità di accompagnamento (492,97 euro al mese) viene concessa a chi ha bisogno di assistenza a prescindere dal reddito percepito Si tratta dell'unica forma in Italia di assistenza universalistica, cioè che spetta di diritto a tutti quelle che ne hanno bisogno e per questo da sempre in odio a chi pensa che il welfare sia un lusso, un costo che in periodo di crisi non possa che essere tagliato.
Così si colpisce una platea molto vasta di cittadini in maniera "lineare". Indiscriminata.Senza nessuna equità. Perché non si colpisce chi davvero ha di più. Il famoso e citatissimo "figlio disabile del notaio" avrebbe lo stesso trattamento fiscale e contributivo di chi si colloca appena al di sopra dell'asticella della soglia di povertà. L'argomento forte della necessità di partecipare ai sacrifici in ragione del reddito, nel mondo delle famiglie delle persone disabili non regge affatto. Perché in questo mondo un improvviso aggravamento delle condizioni economiche derivante dalle nuove norme fiscali significa entrare rapidamente nella fascia di povertà. Significa dover rinunciare a qualsiasi ipotesi di miglioramento della propria situazione di vita: diventerà difficile pagare un'assistente familiare, i servizi comunali o anche solo immaginare una banale vacanza.
Come persone con disabilità, famiglie di persone con disabilità e associazioni chiediamo al Parlamento di intervenire per abolire queste norme. Siamo disposti a scendere in piazza: lo faremo per ottenere giustizia, per difendere i diritti di cittadinanza che il nostro Paese ha sottoscritto nel febbraio 2009 quando ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Lo faremo a Milano come Roma, il 31 ottobre prossimo, assieme a tutto il mondo del volontariato e del terzo settore.
NO ALLA TASSA SULLA DISABILITA', SI' AD UNA VERA RIFORMA DEL WELFARE.
LEDHA - lega per i diritti delle persone con disabilità/FISH Lombardia; A.I.S.M.; AICH MILANO; AISAC; AISLA; ALFA: ANFFAS Lombardia; ANGSA Lombardia; ANIRE; Associazione Genitori de La Nostra Famiglia; Associazione Parenti Istituto Sacra Famiglia; Associazione Polifonie; AUS Niguarda; Coordinamento Bergamasco per l'integrazione; Comitato di coordinamento Pavese Problemi dell'handicap; Comitato per il coordinamento provinciale delle associazioni di Monza e Brianza; CVD - Coordinamento Varesino per la disabilità; Federazione Associazione per Disabili della Provincia di Sondrio; Federazione Alzheimer Italia; Gruppo Intesa Associazione Lodigiane Disabilità; LEDHA Milano; Lega del filo d'oro; Oltre noi la vita; Raggiungere; RP Italia; UILDM