È passato quasi un mese dall'inizio della scuola ma ancora non ci sono dati ufficiali. In questa situazione è sempre più difficile programmare l'assistenza. E ai genitori non resta che rivolgersi ai tribunali.
E' passato quasi un mese dall'inizio della scuola e dal MIUR in giù (Uffici Scolastici Regionali e in alcuni casi anche Provinciali) non sono stati ancora resi noti i dati complessivi sugli alunni con disabilità iscritti nelle scuole statali e soprattutto in quelle non statali, nella scuola d'infanzia, nella scuola dell'obbligo e negli ordini successivi.
Eppure la digitalizzazione delle iscrizioni scolastiche è ormai un dato acquisito (1) e basterebbe un clic per fornire alle famiglie con figli in situazione di disabilità e alle Associazioni che le rappresentano e le tutelano la documentazione di una presenza di questi tempi forse ritenuta troppo "ingombrante": aumentano le iscrizioni ma gli organici di fatto, con cui le scuole possono fare programmazione reale, sono rigorosamente fermi all'anno scolastico 2009/2010. Erano 90469 i posti di sostegno allora e lo sono ancora nel 2012/2013. Non importa se nel frattempo in Italia gli alunni con disabilità iscritti sono passati nella scuola statale da 181177 nel 2009/2010 a 188449 nel 2010/2011 a 198672 nel 2011/2012 e sono sicuramente in crescita anche nell'attuale anno scolastico.
E' toccato e toccherà unicamente alle deroghe, che invece dovevano, sulla base della Sentenza 80/2010 della Corte Costituzionale, essere in aggiunta a tale contingente, adeguare le assegnazioni al rapporto medio nazionale di 1:2, auspicato nella Legge 244/07, art. 413 (Finanziaria del 2008) e ribadito dalla Legge 111/2011, art 19, c.11: un posto di insegnante di sostegno ogni due allievi con disabilità (2).
Poco importa se, per dare un posto di sostegno a un alunno in situazione di complessità, si affidino poi a un solo insegnante dai due ai quattro alunni che sono meno gravi, ma spesso altrettanto bisognosi di una risorsa specializzata: tradotto in ore, questo vuol dire avere un sostegno nella scuola primaria di 11 ore o, peggio, di 5/6 ore alla settimana.
E' toccato e toccherà massicciamente ai Tribunali Amministrativi Regionali o ai Tribunali Ordinari, a cui si rivolgono sempre più famiglie, ordinare agli Uffici Scolastici, ad anno scolastico ormai avanzato, di assegnare le risorse che sono state richieste e verbalizzate con largo anticipo nelle riunioni dei Gruppi di Lavoro Operativi per la disabilità (GLHO) e certificate nelle Diagnosi Funzionali e nei Piani Educativi Individualizzati.
Se i dati venissero forniti con trasparenza, senza aspettare che vengano resi noti i dati SIDI a fine ottobre, si potrebbe già oggi quantificare il disagio che stanno vivendo gli alunni con disabilità in tutta Italia, le loro famiglie e il mondo della scuola nella sua totalità. Un disagio palpabile, che solo nei casi più eclatanti finisce sulle pagine dei giornali. Genitori di bambini iscritti alle scuole di infanzia, a cui si nega per mancanza di personale docente e/o educativo la frequenza; genitori di alunni con disabilità della scuola dell'obbligo invitati a pagare di tasca propria un educatore per permettere ai figli anche solo di "stare" in classe o invitati a "ripassare più tardi"....
Sulla base dei numeri delle nuove certificazioni, che si vanno a sommare a quelli degli alunni già frequentanti, si sarebbe invece potuto e dovuto programmare per tempo l'accoglienza degli alunni con disabilità e si sarebbero dovute predisporre non solo le risorse, umane e materiali, ma anche la formazione necessaria per tutte le persone coinvolte nel processo di integrazione, dall'assistente di base agli insegnanti di sostegno e curricolari fino agli educatori, e la partecipazione di tutto gruppo classe e della comunità scolastica nel suo insieme al processo di inclusione, previste dalle Linee Guida per l'Integrazione Scolastica degli alunni con disabilità del MIUR (2009) (3).
Per molte famiglie che si rivolgono disorientate agli Uffici Scolastici Territoriali per chiedere aiuto o semplicemente spiegazione non c'è più neppure un interlocutore: alcuni di questi Uffici sono in dismissione insieme alle Province e i referenti per la disabilità sono diventati ormai merce rara. Sulla questione "risorse" i Gruppi di Lavoro Interistituzionali per l'Integrazione Provinciali (GLIP) e persino il GLIR di nuova generazione sorto in Lombardia sono svuotati di ogni vera attribuzione: si decide dall'alto, punto e basta.
I numeri degli alunni disabili sono top secret prima e durante l'assegnazione delle risorse e vengono pubblicati solo ad anno scolastico inoltrato. Di questo passo, in tempi di crisi e di tagli ai bilanci, c'è il serio rischio che, in tempi di crisi e di tagli ai bilanci, la loro stessa presenza a scuola venga assimilata a una voce di costo eccessiva, un capitolo di spesa da inserire negli elenchi degli sprechi e delle inefficienze della spending review.
A questo proposito ha destato non poco stupore l'esternazione del ministro Profumo che, intervenendo a metà settembre alla nuova intitolazione di una scuola a Torino, ha affermato: "Gli insegnanti di sostegno in Italia sono circa 150 mila, un numero importante, forse è arrivato il momento per una revisione del modello".
Vorremmo far notare al Ministro che le uniche cifre che fornisce sono vistosamente sbagliate (lo scorso anno nelle scuole statali i posti totali di sostegno, deroghe incluse, erano 97636, ossia circa 52000 in meno di quelli che risultano al titolare del Miur), e che la legislazione italiana sull'integrazione, per cui siamo stati modello in Europa e nel mondo, pur essendo perfettibile, non ha bisogno di essere revisionata, né tanto meno smantellata, ma di essere applicata con coerenza e determinazione.
Donatella Morra - Coordinatrice LEDHAscuola
Riferimenti:
(1) "La vera "scuola in chiaro" che vorremmo"
(2) "Scuola e persone con disabilità: intervista a Salvatore Nocera"
(3) "Linee guida sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità"