La Giunta Regionale ha deliberato le regole per la gestione del servizio socio sanitario regionale 2012. LEDHA ne commenta i contenuti
Nella cosiddetta "delibera delle regole 2012" si parla di bisogni, dei rapporti con gli enti gestori, dei Piani di Azione Locali per la disabilità, di neuropsichiatria infantile, di assistenza domiciliare e di valutazione mutidisciplinare ma anche dell'estensione del servizio DAMA negli ospedali della Lombardia e, forse, anche di Case manager.
Una delibera che vale quindi la pena leggere e analizzare come LEDHA ha provato a fare. Il risultato è una scheda che raccoglie gli elementi, presenti ed assenti, di principale interesse per le persone con disabilità.
Un documento corposo, composto da 166 pagine, e complesso,che rischia, analogamente a quello deliberato dalla Giunta lo scorso anno, di avviare processi di riforma del welfare lombardo per via amministrativa piuttosto che, come dovrebbe essere, per via legislativa.
La prima buona notizia è che il Fondo Socio Sanitario subirà un leggero incremento. La parallela cattiva notizia, che si evince dalla lettura del bilancio, è che invece i fondi statali e regionali destinati agli interventi sociali subiranno una forte decurtazione accentuando una asimmetria tra due sistemi che invece dovrebbero godere di pari risorse e considerazione.
L'analisi di LEDHA si concentra in particolare sull'allegato 15 della delibera che si occupa dell'area sociosanitaria, registrando innanzitutto un'analisi dei bisogni abbastanza approssimativa che mette in luce i bisogni di alcuni (Stati vegetativi e Sla) trascurando quelli del resto delle persone con disabilità, anche con problematiche simili.
Il cuore del documento riguarda il rapporto fra Asl ed enti gestori, con una forte attenzione agli aspetti procedurali e di efficienza.
E' giunto il momento di chiedere un processo di radicale revisione del mandato e del modello di funzionamento dei servizi sociosanitari rivolti alle persone con disabilità, servizi che oggi non sembrano in grado di rispondere alle indicazioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, con costi sociali ed economici non più sostenibili.
A livello territoriali saranno presto resi noti i Piani di Azione Locali dedicati alla disabilità dell 15 Asl lombarde: una occasione importante per testare lo stato di ricezione ed attuazione del PAR (Piano di Azione Regionale) disabilità, a livello territoriale, che è poi quello reale, della vita dei cittadini.
All'interno del capitolo Progetti e sperimentazioni si apprezza l'intenzione di procedere ad interventi di potenziamento della capacità di intervento delle Neuropsichiatrie infantili e dei centri di riabilitazioni per verificare quale sia la natura dei problemi che stanno creando situazioni di disagio, se si tratta di una questione di carenza di risorse o di loro organizzazione, formazione e funzionamento.
Un'importante novità di questo provvedimento è data dalla previsione di attivazione e funzionamento di servizi di Valutazione multidisciplinari che vedranno estendere il proprio raggio di azione dal contesto dell'Assistenza domiciliare e quello dell'insieme dei servizi socio sanitari. Sarà importante definire come l'attività di valutazione sia parte integrante e connessa dell'intero processo di presa in carico.
In materia di tariffe delle prestazioni rese nei servizi sociosanitari accreditati, LEDHA non condivide invece la scelta annunciata dalla Regione di non riconoscere il concorso del fondo sanitario regionale nei casi di ricovero in strutture sanitarie.
Riguardo a questi temi come a quelli generali delle modalità di accesso al sistema di protezione sociale, ricordiamo ed evidenziamo che LEDHA ha condotto una riflessione in materia di livelli essenziali regionali e presa in carico recentemente resa pubblica (leggi l'articolo).
La delibera, come accennato è un documento complesso composto da quindici allegati, che trattano in gran parte di tematiche strettamente sanitarie, all'interno dei quali vi sono alcuni passaggi che sono di notevole interesse per le persone con disabilità.
Tra gli elementi che non si trovano nel documento spicca la mancata previsione della prosecuzione dei percorsi formativi dedicati all'ICF così come, nell'area disabilità, non si trovano riferimenti all'implementazione della figura del Case Manager, prevista dal PAR: riferimento che invece si trova in modo molto interessante nell'allegato 13, dedicato all'area della Salute mentale.
Tra gli elementi positivi ritroviamo nell'allegato 6, dedicati ai Piani e programmi di sviluppo, il riferimento all'estensione dell'esperienza DAMA presso l'Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano, all'insieme del territorio lombardo, facendo sperare che il 2012 sia l'anno in cui i percorsi di accoglienza ospedaliera dedicate alle persone con disabilità siano attivi in modo capillare in almeno una Azienda Ospedaliera per Asl.
In questa area, come nell'insieme degli allegati della delibera, non troviamo alcun riferimento allo sviluppo delle opportunità di vita indipendente delle persone con disabilità, rendendo in questa occasione vano il riferimento all'articolo 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, citato in apertura dal PAR disabilità della stessa Regione Lombardia.
Senza questi elementi l'affermazione del documento, che da per avviato il passaggio dalla logica dell'offerta a quella della domanda, rischia di essere autoreferenziale, suonando come una semplice dichiarazione di intenti.