Riflessioni di Donatella Morra, Referente LEDHA Scuola, rispetto ai dati circolanti sul web relativi agli alunni con disabilità e ai posti di sostegno nella scuola statale.
In attesa che sul sito del MIUR, oltre alla pubblicazione de "La scuola in cifre" aggiornata al 2009/10, si possano finalmente leggere i dati più recenti, che il Ministro Gelmini ha secretato negli ultimi due anni, val la pena di fare qualche riflessione sui numeri che ora cominciano a circolare sul web trasmessi dalle scuole al SIDI entro il 27 ottobre 2011.
La situazione per gli alunni con disabilità è ancora peggiorata rispetto anche ai dati, riferiti ad agosto, forniti per la Lombardia dall'Ufficio Scolastico Regionale alle Organizzazioni sindacali e al GLIR in ottobre (clicca qui) e si presume che altre variazioni verranno apportate dagli aggiornamenti dell'anagrafe degli studenti, le cui funzioni sono state chiuse in data 21/11/2011.
ITALIA
L'incremento di alunni con disabilità, nella scuola statale, in Italia si attesta nel 2011/2012 sul 5,42 % rispetto allo scorso anno scolastico 2010/2011:
+ 10223 alunni con disabilità: da 188449 nel 2010/2011 a 198672 nel 2011/2012
L'incremento dei posti di sostegno (compresi gli spezzoni orario rapportati a posto intero) è invece del 3,39 %:
+ 3206 posti di sostegno: da 94430 nel 2010/2011 a 97636 nel 2011/2012.
Il rapporto alunni con disabilità/posti di sostegno sale da 1,99 dello scorso anno al 2,03 dell'anno corrente. Sembrano inezie, ma anche solo mantenere il rapporto precedente, già elevato (trattandosi di medie), avrebbe significato avere 2199 posti di sostegno in più in Italia e - forse- almeno 4000 bambini o ragazzi con disabilità con qualche attenzione in più in classe!
LOMBARDIA
La Lombardia, come sempre, "fa scuola" , nel senso che anticipa pericolosamente, nella direzione dei tagli, la situazione italiana, anche perché nella nostra regione frequentano le scuole statali di ogni ordine e grado quasi il 16% di tutti gli alunni con disabilità in Italia e il 14,5% di tutti gli alunni italiani.
L'incremento di alunni con disabilità in Lombardia nel 2011/2012 è del 9,08 % rispetto allo scorso anno scolastico 2010/2011:
+ 2595 alunni con disabilità: da 28549 nel 2010/2011 a 31144 nel 2011/2012.
L'incremento dei posti di sostegno(compresi gli spezzoni orario rapportati a posto intero) è del 3,9 %:
+ 488 posti di sostegno: da 12222 nel 2010/2011 a 12710 nel 2011/2012.
Il rapporto alunni con disabilità/posti di sostegno sale dal 2,33 dello scorso anno al 2,45 dell'anno corrente. Anche in Lombardia, se solo si fosse mantenuta la soglia, di per sé insufficiente, del 2010/2011, quest'anno ci sarebbero dovute essere 627 cattedre di sostegno in più rispetto a quelle assegnate, deroghe comprese.
Il rapporto 1:2, (una cattedra di sostegno ogni due alunni con disabilità) auspicato nella Legge 244/07, art. 413, come "rapporto medio nazionale" da non superare anche "attraverso opportune compensazioni tra province diverse" è ora definitivamente normato dalla Legge 111/11 (conversione del Decreto Legge 98/2011 "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria"), che all'articolo 19, comma 11, stabilisce proprio una dotazione previsionale complessiva di un docente ogni due alunni disabili "alla scuola o a reti di scuole allo scopo costituite".
Alla esplicita richiesta fatta dal nostro gruppo Ledhascuola su cosa si intenda per rapporto medio nazionale 1:2, l'avv. S. Nocera ha risposto:" Il rapporto medio nazionale di uno a due riguarda sia l'organico di diritto che quello di fatto, escluse le deroghe assegnate in base alla sentenza della Corte cost. n. 80/10 ".
Pertanto le deroghe non dovrebbe essere incluse in tale media e lo sperimentano quotidianamente gli alunni con disabilità grave e le loro famiglie, che anche in questo anno scolastico si sono rivolte al Tribunale Ordinario o al TAR per rivendicare il diritto esigibile dei propri figli a frequentare le scuole comuni almeno con le risorse sufficienti a renderlo effettivo.
Continuano poi a non essere forniti dati di grande rilievo, che FISH su scala nazionale e LEDHA in Regione Lombardia hanno più volte richiesto, quali quelli relativi al numero di alunni nelle classi frequentate da alunni con disabilità e al numero di alunni con disabilità nella stessa classe. Per la prima volta in questo anno l'USR della Lombardia ha reso noti i dati sui "gravi" o almeno sui "più gravi" , definiti come "alunni che necessitano del rapporto 1:1".
Ebbene, in Lombardia essi costituiscono ben il 17 % degli alunni con disabilità: se davvero per ognuno di essi venisse nominato un insegnante di sostegno, come accade sempre più raramente, agli altri rimarrebbero 6 ore di sostegno alla settimana!
C'è di più: dall'anno scolastico 2005/2006, in cui l'INVALSI fece sul tema un'approfondita ricerca, manca totalmente un monitoraggio sulla qualità dell'inclusione scolastica, come ha denunciato lo scorso 5 ottobre la FISH nel suo comunicato stampa, obbligo previsto per legge e confermato dalla Convenzione ONU ratificata anche in Italia nel 2009.
Suscitano inoltre seri motivi di allarme, per le ripercussioni che avranno anche sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, i tagli, previsti in misura ancora più massiccia dal 2012, degli stanziamenti per i servizi sociali degli Enti Locali, su cui LEDHA ha appena lanciato un drammatico appello alla Regione Lombardia.
"Dietro alla "coraggiosa" scelta della scuola italiana di aprire le classi normali affinché diventassero effettivamente e per tutti "comuni", c'è una concezione alta tanto dell'istruzione quanto della persona umana, che trova nell'educazione il momento prioritario del proprio sviluppo e della propria maturazione" (da Linee Guida per l'Integrazione degli alunni con disabilità- Premessa): sono affermazioni che sottoscriviamo pienamente ma non vorremmo che con la crisi economica si facesse piazza pulita di un diritto sancito per gli alunni con disabilità dalla Costituzione e dalle nostre buone leggi e fatto proprio dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che all'art.24 rivendica per loro "un'istruzione primaria e secondaria integrata, di qualità e libera, sulla base di eguaglianza con gli altri, all'interno delle comunità in cui vivono".
Condizione indispensabile tuttavia per far sì che ciò avvenga è non far dipendere l'inclusione dai vincoli "di cassa" e rendere pubblici i dati, che possono certificare, almeno quantitativamente, il bisogno esistente.
La trasparenza sui dati sta alla base di un'efficace programmazione dei processi inclusivi, unico mezzo per impedire che la frequenza scolastica dei nostri figli continui troppo spesso ad essere un "incidente di percorso" o un'"emergenza da presidiare" anzichè "un evento che richiede una riorganizzazione del sistema già individuata in via previsionale e che rappresenta un'occasione di crescita per tutti" (v. Linee Guida per l'integrazione, parte III, 1.1).
Donatella Morra - Referente LEDHAScuola