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1 Luglio 2011

Pagare il giusto: un passo indietro?

Arrivano quattro sentenze negative da parte del TAR di Brescia sul tema della compartecipazione alla spesa. Si conferma l’urgenza di una presa di posizione politica.

Dopo una serie di sentenze favorevoli dei TAR nei confronti dei ricorsi presentati sulla questione della compartecipazione alla spesa dei servizi sociosanitari e dopo l'ultima sentenza del Consiglio di Stato che ribadiva la doverosità dell'utilizzo dell'ISEE individuale, ecco arrivare una serie di sentenze "negative" del TAR Brescia che sembrano mettere in discussione i principi affermati sino ad ora.

"Pur trattandosi senza ombra di dubbio di provvedimenti che hanno dato torto ai familiari delle persone con disabilità, ad una attenta lettura in realtà non si tratterebbe di un vero e proprio passo indietro - dichiara l'Avv. Gaetano De Luca - Il rigetto dei ricorsi dipende da tutta una serie di aspetti (ritardo nell'impugnare un accordo, mancata presentazione della dichiarazione Isee, non dimostrazione della condizione di non autosufficienza, e altro) che non mettono però in discussione il principio dell'Isee individuale, che continua a rimanere (parole del TAr Brescia) il criterio prioritario e di riferimento."

Ma questa sentenza è anche la controprova che una questione complessa come la definizione dei criteri di compartecipazione alla spesa dei servizi socio assistenziali dei cittadini con disabilità e delle loro famiglie non possa essere risolta solo attraverso la "via giudiziaria".

"Ormai è giunto il momento di assumerci le nostre responsabilità - afferma il Presidente di LEDHA, Fulvio Santagostini - anche a costo di essere oggetti di qualche critica e di contribuire a trovare una soluzione condivisa che permette di uscire da uno stallo che non produce cambiamenti che vadano a favore di tutte le persone con disabilità. L'utilizzo dei ricorsi è stato fondamentale per far emergere il problema, per dare strumenti al mondo Associativo ed alle singole persone con disabilità per rivendicare il diritto ad una equa compartecipazione alla spesa, ma adesso questo non basta più"

LEDHA, che è la promotrice della campagna pagare il giusto (2006), è da tempo convinta che per uscire dall'impasse in cui ci troviamo, ricordiamoci che anche le sentenze positive hanno prodotto risultati "solo" nei confronti di chi ha fatto ricorso ma non hanno portato modifiche al "sistema", l'unica ipotesi realistica è trovare una soluzione condivisa che vada oltre DLGS 130.

In questo senso, LEDHA ha accolto con favore i due progetti di legge presentati presso la terza commissione della Regione Lombardia da parte della Giunta (Progetto di Legge n°66 presentato il 16/12/2010) e dal gruppo consigliare del Partito Democratico (Progetto di Legge n°72 presentato il 31/01/2011).

Queste due proposte di legge, in gran parte simili, hanno il pregio di proporre soluzioni che rappresenterebbero un notevole passo in avanti rispetto la situazione attuale e potrebbero rappresentare un punto di approdo di una mediazione condivisa tra Istituzioni e Mondo Associativo.

Purtroppo queste due proposte di legge sono bloccate in III ^ commissione. E' per questo che LEDHA intende lanciare un appello alla presidente della Commissione Sanità e Assistenza della Regione Lombardia, Margherita Peroni e a tutti i membri dei diversi Gruppi Consiliari di maggioranza e opposizione, al fine di riprendere il confronto per arrivare ad una soluzione condivisa che permetta di definire un quadro di sistema che possa evitare alle famiglie e alle persone con disabilità di dover ricorrere a ricorsi legali per vedersi garantita una equa compartecipazione alla spesa.

Scarica il comunicato stampa

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