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16 Giugno 2011

Il NO di LEDHA alla privatizzazione del sostegno scolastico

LEDHA, con il contributo di Donatella Morra, Gruppo LEDHA Scuola, esprime il suo dissenso e la sua preoccupazione verso il disegno di legge che prevede la possibilità di “privatizzare” il sostegno agli alunni con disabilità.

Il Disegno di Legge n. 2594 presentato dai Senatori Bevilacqua e Gentile si occupa di "Disposizioni per favorire il sostegno di alunni con disabilità". Il titolo è accattivante come il lungo Preambolo, in cui si lamentano la mancata continuità "educativa" tra i diversi gradi di scuola con forme di consultazione tra gli insegnanti e la discontinuità del sostegno, che dovrebbero essere invece "garantite" per legge.

Sembra quindi che anche i legislatori si accorgano di quanto le Associazioni, FISH in testa, vanno denunciando da molti anni. La legge nei due stringati articoli di cui si compone, prevede l'attivazione di progetti non ben identificati, attuati con la "collaborazione di privati" (di cui non si precisa il profilo professionale, competenze e compiti) per il sostegno di alunni con disabilità anche ai fini dell'elaborazione e dell'attuazione dei PEI.

Non è dato di sapere come e perché questo possa garantire quello che fin qui sarebbe mancato ovvero una "congrua permanenza dei docenti" , il coordinamento da parte delle scuole dei servizi interistituzionali per l'integrazione, la loro continuità e la loro efficacia.

L'attivazione di progetti con la collaborazione dei privati servirebbe, secondo i legislatori, sia per il sostegno di alunni con disabilità sia per l' "attuazione delle misure educative e didattiche di supporto" agli alunni con disturbi Specifici dell'Apprendimento. I Dirigenti sarebbero nel quindi autorizzati a stipulare "apposite polizze assicurative a carico dei soggetti privati per la copertura dei rischi correlati all'impiego di personale o di consulenti privati esterni alla scuola". Il tutto senza "comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".

Nel Preambolo i senatori proponenti, oltre a lamentare l'ormai cronica piaga della discontinuità che "mina alla radice il miglioramento dei processi di apprendimento e la loro continuità" individuano la soluzione nel "nuovo" processo di autonomia delle istituzioni scolastiche. Sarebbero a loro dire infatti le scuole autonome a doversi assumersi l'onere del coordinamento dei "diversi servizi di Enti Locali e ASL, che debbono sostenere gli interventi scolastici".

Si tratta in realtà di un tentativo, neppure troppo nascosto, di privatizzare la scuola pubblica partendo dal suo ambito più fragile e indifeso: gli alunni con disabilità o con altri problemi, in primo luogo i bambini con DSA.

Non si può affidare infatti ai privati l'attuazione di un diritto all'istruzione che in Italia è un diritto soggettivo, garantito dalla Costituzione e dalla normativa, come tale meritevole di protezione diretta da parte della legge e non "condizionato" o limitato dalle disponibilità finanziarie dello Stato.

Non si possono non considerare come livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, come afferma nel Comunicato Stampa di protesta l'avv. S. Nocera, l'attività di sostegno didattico specializzato, così come la programmazione educativo-didattica, attraverso la stesura di PDF e PEI, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale come livelli di prestazioni minime uguali per tutti gli alunni con disabilità, sulla base dell'art. 117, comma 1, lett. m della nostra Costituzione.

Neppure si può attribuire alla scuola pubblica, in nome dell'autonomia scolastica, la creazione di un'inevitabile disuguaglianza sociale tra chi potrà realizzare tali progetti anche con il contributo monetario delle famiglie e chi non potrà farlo: l'autonomia scolastica, nulla ha a che vedere con il "fai da te" o con il concetto che «ognuno si arrangi come può, basta che non si incida sul danaro pubblico»!

Ora il Disegno di Legge da cui siamo partiti sarà discusso in Senato dall'apposita Commissione. Ma già da adesso come famiglie di persone con disabilità e come Associazioni che le rappresentano diciamo NO alla privatizzazione della scuola pubblica e siamo pronte a mobilitarci per la tutela del diritto allo studio dei nostri figli, che non è l'unico ad essere messo a rischio, perché questa linea di intervento si ripercuoterà negativamente su tutta la scuola pubblica italiana.

L'esperienza di oltre trent'anni della scuola italiana ci insegna che una buona scuola per i bambini e ragazzi con disabilità è una scuola migliore per tutti.

Donatella Morra - Gruppo LEDHAscuola

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