In Occasione delle Elezioni Amministrative del Comune di Milano, LEDHA prosegue nel mettere in evidenza i candidati al Consiglio Comunale che sappiamo avere un approccio positivo in tema di tutela dei diritti delle persone con disabilità.
Care amiche e cari amici,
so di potermi rivolgere a voi come persone, prima ancora che come cittadini impegnati nel lavoro di un'associazione. Lo posso fare perché ci conosciamo, perché abbiamo condiviso tante battaglie, piccole e grandi, in questi anni difficili. Sempre con dignità, ascoltando le ragioni, cercando le soluzioni, dialogando anche con le istituzioni, con pazienza e tenacia.
Insieme con Ledha abbiamo costruito una rete preziosa, che mette insieme punti di partenza differenti, accomunati dalla parola "diritti". Il sogno di Edoardo Cernuschi di tanti anni fa, raccolto e condiviso, anno dopo anno, da persone nuove, non solo genitori, ma sempre più spesso persone con disabilità, assieme ai familiari, agli amici, ai volontari è adesso una robusta realtà organizzativa e umana, un patrimonio di cultura, di competenze, di progetti, di passione.
Ecco perché ho deciso di accettare la richiesta, fattami da Giuliano Pisapia, di condividere con lui la campagna per cambiare l'amministrazione comunale di Milano. Ecco perché ho partecipato, nei mesi scorsi, alla stesura del programma, assieme a tanti altri cittadini. Un programma che per la prima volta parla esplicitamente della città vista dalle persone con disabilità. Ecco perché ora mi sono impegnato in prima persona, mettendoci la faccia e la mia storia personale, candidato nella lista Milano Civica per Pisapia.
Ecco perché spero di diventare, anche con il vostro indispensabile aiuto, consigliere comunale di Milano.
Se Giuliano Pisapia diventerà sindaco, ho la sua parola (anzi, la sua proposta) di aiutarlo ad affrontare i prossimi cinque anni di amministrazione nella logica di inclusione sociale che ci appartiene, che ci riguarda. Vorrei nientemeno che applicare a Milano la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. In pratica ogni giorno fare in modo che al centro ci siano le persone, con i loro progetti di vita, i loro desideri, le loro esigenze concrete, in centro e in periferia. E' difficile, ma non è impossibile.
Possiamo riuscirci tutti insieme. Perché il punto fondamentale della mia possibile azione al servizio della città è proprio questo: far lavorare la rete delle competenze che ci sono e spesso non sono ascoltate, motivare nuovamente il personale comunale, i servizi, i tecnici, a fare meglio, non necessariamente spendendo di più, ma rimanendo più vicini alle persone e alle associazioni.
Ho bisogno adesso dei voti, delle preferenze personali. Lo dico apertamente: il peso che la nostra rete potrà avere nel futuro di Milano dipende anche da questo momento unico, per certi versi irripetibile. Io sono sereno e farò la mia parte. Se non sarò eletto continuerò a lavorare come prima, come è giusto. Ma se riusciremo, tutti insieme, a vincere, sono certo che si aprirà una stagione importante, perché Milano, lo sappiamo bene, è il laboratorio sociale, politico ed economico del nostro Paese.
Grazie della pazienza, grazie dell'aiuto che vorrete darmi.
Franco Bomprezzi
Milano, maggio 2011
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