LEDHA scrive una lettera aperta a Joanne Maria Pini, docente di teoria dell'armonia al Conservatorio di Milano, che ha dichiarato: "Non c'è più selezione naturale...stiamo decadendo geneticamente"
All'attenzione di
Joanne Maria Pini
Gentile professore,
chi le scrive fa parte del Consiglio direttivo di LEDHA - Lega per il diritto delle persone con disabilità - l'aggregazione regionale in Lombardia delle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari.
Quasi tutti noi siamo anche persone con disabilità o loro familiari: quindi, se per caso un giorno qualcuno dovesse prendere sul serio le sue affermazioni, così come le abbiamo potute leggere su Facebook, potremmo finire i nostri giorni sulla terra con un bel volo giù dalla Rupe Tarpea, naturalmente per il bene dell'umanità, della sua evoluzione e del suo progresso.
Purtroppo in un non lontano passato qualcuno già prese sul serio le dotte considerazioni di alcuni "scienziati e studiosi" che a fine '800 fondarono l'eugenetica e, nella seconda metà degli anni '30, pianificò e realizzò una imponente attività di ripulitura dell'umanità da persone "inadatte a vivere". Nella Germania nazista furono più di 70.000 le persone con disabilità, prelevate alle loro famiglie per essere poi uccise o sottoposte ad esperimenti come cavie umane, naturalmente sempre per il bene dell'umanità.
Gentile professore è per questo che, con grande fatica, le scriviamo questa lettera. La tentazione grande è di non considerare le sue parole meritevoli di alcuna attenzione, né quelle dette in libertà su un famoso social network né quelle, forse ancora più gravi, rilasciate in un successivo comunicato stampa. E' evidente che Lei non sa nulla di cosa sia la disabilità, non ha avuto modo di conoscere in che modo l'inserimento e l'inclusione dei bambini con disabilità ha fatto crescere la qualità della scuola di tutti e per tutti in Italia, di come ogni processo di riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità renda più ricca la nostra società e di come, al contrario, ogni processo di esclusione e discriminazione la renda più triste e povera. Bisognerebbe togliersi i pesanti occhiali del libero pensiero e mettersi in movimento, conoscere nuove persone, nuovi ambienti, leggere libri, articoli e ricerche.
Per non farLe perdere troppo tempo Le consigliamo semplicemente di leggere il testo della
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: poco più di cinquanta pagine, scritte in un linguaggio molto diretto, che spiegano che le persone con disabilità sono semplicemente persone con diritti come tutti gli altri, tra cui anche quello all'istruzione, e che si diventa persone con disabilità solo e quando si incontrano barriere comportamentali ed ambientali che impediscono la partecipazione su base di uguaglianza con gli altri.
Ci permettiamo di farLe notare che affermazioni come le sue possono essere facilmente
considerate come una barriera comportamentale, anche abbastanza consistente e dolorosa, alla piena inclusione dei cittadini con disabilità e quindi come una violazione dei diritti umani.
Speriamo anche di poterLa un giorno incontrare per continuare a parlare di questi argomenti e per questo le diamo un appuntamento per una data: il prossimo 27 gennaio, quando inaugureremo a Sesto San Giovanni una mostra dedicata all'Olocausto delle persone con disabilità. Sarà un'occasione per ricordare, a noi come a Lei e a tutte le persone che vogliono giustamente ragionare con la propria testa, che la Rupe Tarpea è ancora dentro di noi e che può ancora tornare ad essere una realtà e non un semplice riferimento ad un mondo antico e passato; sarà anche un'occasione per ribadire a tutti che Noi faremo tutto il possibile, compresa la fatica di scrivere questa lettera, perché nessuno, Lei compreso, possa mai più pensare ad un altro essere umano come ad un "organismo che non dovrebbe campare".
Fulvio Santagostini, Presidente LEDHA
Giovanni Merlo, Direttore LEDHA
Franco Bomprezzi, Portavoce LEDHA
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