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30 Marzo 2010

I nodi dell’abitare

Guido De Vecchi, responsabile di Spazio Residenzialità, segnala le criticità dell’abitare anche per le persone con disabilità e propone un possibile modello di progettazione partecipata.

La sfida casa è la più complessa da promuovere e da gestire per le reti del terzo settore sui territori,la solitudine delle realtà ingaggiate un dato preoccupante .
La rete concorda che ad un progetto di vita della persona con disabilità si deve offrire un sistema casa sui territori
Sistema casa che,per ora, va dalla vita autonoma presso il proprio domicilio alla rsd passando per le css,le microcomunità i condomini solidali .

In questi anni in cui abbiamo scelto come associazioni promotrici del progetto SR di essere prossimi alle realtà che gestiscono o che vogliono progettare case per le persone con disabilità, abbiamo promosso una rete provinciale e dei poli territoriali,convinti che solo nella condivisione che la rete permette, si possono trovare soluzioni percorribili su questo tema.
Un percorso,iniziato nel 2004 in Oltre noi..la vita e proseguito dal 2007 con Ledha.
Percorso che ha evidenziato nodi critici sulla tematica che stiamo affrontando insieme alle realtà che gestiscono le case.
I. La necessità di potenziare la prossimità alle famiglie e alla persona con disabilità
II. La carenza di una mappatura delle realtà sul territorio della provincia di Milano
III. L'esigenza di proporre il modello per le altre province
IV. La volontà di creare reti dell'abitare sui territori: l' "abitare diffuso"
V. La formazione del personale
VI. I rapporti con la psichiatria
VII. Il dimensionamento delle rsd e la loro apertura al territorio
VIII. Il ruolo di vigilanza sulla qualità dei servizi da parte degli ads
IX. L'individuazione di strumenti finanziari per sostenere le realtà
X. L'individuazione di buone prassi sia costruttive che gestionali da mettere a disposizione dei territori.
Tutti temi all'interno di un percorso culturale che, partito dal portatore di handicap, passato per il diversamente abile, approdato alla persona con disabilità, arrivi nel porto dello sviluppo di progetti di coesione sociale, di una comunità che accoglie, che si fa carico dei bisogni dei cittadini tra cui il tema dell'abitare anche per le persone con disabilità.

Prassi che impone di partire dal progetto di vita degli ospiti /inquilini e non dalle risorse economiche destinate dalla Regione, con un impegno quindi a provare ad integrare tali risorse per raggiungere obiettivi di qualità, tentando di spostare più in là il vincolo delle risorse economiche,grazie da un lato alla concertazione ai tavoli istituzionali e dall'altro ad una buona comunicazione e raccolta fondi che le reti locali devono attivare puntando ai cittadini e al mondo profit.

L'elemento cornice di queste riflessioni è la definitiva legittimazione dei contenitori giuridici idonei a sviluppare le progettazioni casa sui territori,alla luce dei cambiamenti culturali e giuridici di questi vent'anni :
-l'ente locale/gli enti locali
-le associazioni familiari
-le cooperative sociali
-le fondazioni di prossimità
-per la Lombardia le fondazioni comunitarie della rete di Fondazione Cariplo
Ognuna di queste realtà ha un compito specifico e complementare agli altri,un compito assegnato dal legislatore:
-Enti locali consorziati che promuovono le reti e pianificano,in un processo di progettazione partecipata,con il terzo settore gli interventi strutturali,culturali educativi sul tema.
-Associazioni che rilevano i bisogni,vigilano sulla qualità dei servizi, promuovono cultura,aggregano e accompagnano le famiglie e sperimentano l'innovazione.
-cooperative sociali che gestiscono le case
-Fondazioni di prossimità sui territori, che diventano il lecito forziere delle donazioni e dei lasciti finalizzati al tema casa, risorse che vengono rimesse in circolo per le reti territoriali con la formula del comodato d'uso .

Piccole fondazioni dette di prossimità perché legittimate ad operare su un determinato territorio dall'autorevolezza acquisita appunto nello stile di prossimità ai cittadini e agli enti del terzo settore e quindi operative su territori di dimensioni compatibili per questi obiettivi.
Rimane a mio parere necessario sciogliere il nodo sul ruolo rispetto a questo tema che vogliono giocare le fondazioni comunitarie Cariplo, nate e nascenti, un'entità importante con cui è indispensabile confrontarsi per definire collaborazioni.

Guido De Vecchi - responsabile di Spazio Residenzialità

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