LEDHA e altre 17 organizzazioni per i diritti delle persone con disabilità tornano a scrivere al governo e alla giunta regionale affinché trovino un modo per scongiurare i tagli ai contributi per i caregiver
LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e altre 17 associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle persone con disabilità in Lombardia lanciano un nuovo appello al governo nazionale e alla Giunta regionale affinché le due istituzioni possano trovare insieme il modo di scongiurare i tagli ai contributi a supporto dell’impegno dei caregiver familiari, "rilanciando un modello di welfare raffinato e realmente capace di sostenere le persone con disabilità nel loro originale ed unico progetto di vita”.
Questa nuova lettera fa seguito alla lettera inviata lo scorso 8 gennaio al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, per chiedere un intervento tempestivo in merito alla situazione che si sta creando in Lombardia.
In attuazione di quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza, infatti, a fine dicembre Regione Lombardia ha approvato il nuovo Programma operativo che prevede un taglio (da 650 a 400 euro al mese) ai contributi economici a sostegno dei caregiver familiari. Una misura, ricordano LEDHA e le associazioni, che andrà ad aggravare le condizioni già precarie di circa settemila persone con grave e gravissima disabilità.
Se non dovessero intervenire fatti nuovi, a partire dal primo giugno 2024 non meno di 7.000 persone con altissimi bisogni di sostegno vedranno ridurre sensibilmente il contributo economico a supporto dell’impegno dei loro caregiver familiare, senza neanche la certezza di ricevere, in alternativa, servizi di assistenza domiciliari e di sollievo, adeguati alle loro esigenze. “Si tratta di una operazione che riuscirà -contemporaneamente- a peggiorare le condizioni materiali di vita di tutte le persone coinvolte senza contribuire allo sviluppo di una rete di servizi significativa”, denunciano le associazioni.
Tre, in particolare, le richieste contenute in questa nuova lettera. Al ministero del Lavoro e delle politiche sociali le associazioni chiedono di autorizzare espressamente Regione Lombardia a prorogare l’implementazione del Piano nazionale per la non autosufficienza per garantire la continuità degli interventi in atto e avere il tempo e il modo per progettare la sua migliore trasposizione in pratica.
Due invece le richieste per Regione Lombardia: prevedere un adeguato aumento della propria quota di co-finanziamento del Fondo per la non autosufficienza (tale da poter soddisfare l’equilibrio del sistema attualmente in vigore e garantire la continuità dei contributi) e il rapido avvio delle Unità di valutazione multidimensionale che vedano il coinvolgimento delle persone con disabilità, così da poter individuare di quali sostegni ha bisogno la persona con disabilità al fine di realizzare il proprio Progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato.
Solo l’assunzione contemporanea di questi provvedimenti -continuano le associazioni- potrà dare risposta alle richieste e alle esigenze delle persone con disabilità direttamente coinvolte: “Vi chiediamo di mettere in condizione le persone con disabilità di poter pensare e quindi decidere, in libertà e tranquillità, come vivere: si tratta, in questo caso, di garantire la possibilità di scegliere liberamente da chi e in che modo farsi assistere, sia che si tratti di un caregiver familiare o di uno professionale”.
Le associazioni firmatarie