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11 Marzo 2020

Coronavirus, LEDHA e FAND a Regione: verificare l'opportunitą di tenere aperti i CDD

Le due associazioni chiedono una serie di interventi e valutazioni volti a tutelare le condizioni di salute delle persone con disabilitą e dei loro familiari nel quadro dei provvedimenti per contenere l'epidemia

LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e FAND (Federazione associazioni nazionale delle persone con disabilità) hanno inviato una lettera a Regione Lombardia per chiedere interventi e valutazioni volti a tutelare le condizioni di salute delle persone con disabilità e dei loro familiari nel quadro dei provvedimenti adottati per contenere l'epidemia di Covid-19 (Coronavirus).

Le associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari "condividono rischi e preoccupazioni di tutto il resto della popolazione e delle nostre istituzioni di fronte all'emergenza Covid-19", scrivono Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA e Nicola Stilla, presidente FAND. Un'emergenza che colpisce in modo particolare le fasce più fragili della popolazione, tra cui proprio le persone con disabilità e i loro genitori, spesso anziani, con cui vivono.

LEDHA e FAND chiedono a Regione Lombardia di verificare (di concerto con medici ed esperti) l'opportunità o meno di mantenere aperti i Centri diurni disabili e, in ogni caso, di concertare con l'insieme dei Comuni lombardi che regole seguire in merito al funzionamento dei servizi semiresidenziali. Nel caso si valutasse la necessità di mantenere aperti i Centri diurni disabili, LEHDA e FAND chiedono di mettere in condizione tutti gli operatori coinvolti e tutte le persone con disabilità di condividere la giornata in piena sicurezza. Infine, si chiede di "rendere effettivamente libera la scelta di persone e famiglie di frequentare o meno queste Unità di offerta, non conteggiando gli eventuali giorni di assenza per il computo del 'vuoto per pieno'".

Si chiede poi di attivare Comuni e Asst affinché monitorino in modo attivo "tutte le situazioni di persone con disabilità e familiari bisognose di sostegno" che si trovino in queste settimane ad affrontare questa emergenza in condizione di isolamento e di solitudine. In caso di necessità, si chiede di attivare "servizi e interventi di carattere domiciliare" a favore delle persone più fragili.

Infine, si chiede di dare continuità all'erogazione dei sostegni previsti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza (Misura B1, B2 e Provi) alle stesse condizioni del 2019. Rinviando l'implementazione del nuovo Piano regionale al termine dell'emergenza Covid-19.

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