Per le donne e le ragazze con disabilità parlare di violenza può essere difficile; spesso si pensa sia meglio non parlare con loro di questi temi. "Ma per migliorare le cose dobbiamo essere più consapevoli", spiega Isabel Ananos
Riportiamo il testo dell'intervento di Isabel Ananos, portavoce del gruppo di autorappresentanza di Anffas Nord Milano in occasione del convegno "Nessuna esclusa", che si è svolto a Milano il 20 maggio 2025. Durante la mattinata sono stati presentati i risultati di tre anni di lavoro del progetto Artemisia per la prevenzione della violenza di genere e la presa in carico di donne e ragazze con disabilità.
Il lavoro svolto dalle associazioni partner ha portato, tra le altre cose, all'elaborazione di "Linee d'indirizzo per reti antiviolenza accessibili" che hanno come obiettivo fornire alle operatrici gli strumenti necessari per semplificare l’accesso di donne e ragazze con disabilità ai Centri antiviolenza (Cav) e rendere maggiormente fruibili gli spazi per la loro presa in carico, comprese le case rifugio. Le Linee d'indirizzo sono state tradotte in linguaggio Easy to read dal gruppo di autorappresentanza di Anffas Nord Milano. A partire da questa esperienza Isabel Ananos condivide i pensieri maturati all'interno del gruppo sul tema della violenza di genere, sulle difficoltà che le donne e le ragazze con disabilità (soprattutto intellettiva) devono affrontare per riconoscere e denunciare una violenza. E sull'importanza di far conoscere le Linee d'indirizzo. Per prevenire la violenza.
Buongiorno a tutti,
mi chiamo Isabel Ananos
e sono la portavoce
degli autorappresentanti di Anffas Nord Milano.
Oggi sono qui per dirvi
quanto è stato importante per noi
partecipare alla traduzione in linguaggio facile da leggere
delle Linee di indirizzo per i centri anti violenza
realizzate dal progetto Artemisia.
È difficile spiegare
quanto può essere faticoso
per le persone con disabilità intellettiva
avere accesso a informazioni semplici e chiare.
Ci sono parole di cui non conosciamo il significato
o parole come violenza
che ci spaventano,
ci infastidiscono
o ci agitano.
Affrontare alcuni temi per noi è più complicato
perché a volte facciamo fatica a gestire le nostre emozioni.
Per questo le persone
pensano che sia meglio non affrontare con noi
gli aspetti dolorosi o faticosi della vita.
Forse pensano di proteggerci.
Grazie alle riunioni di autorappresentanza
abbiamo imparato però
che per migliorare le cose
dobbiamo essere più consapevoli
dobbiamo parlare delle cose che non funzionano
dei diritti che alle persone con disabilità sono negati
dei pericoli che possiamo correre
e di come possiamo proteggerci o essere aiutati.
Le donne con disabilità intellettiva
possono fare fatica a riconoscere una violenza
possono fare fatica a opporsi a una violenza
possono fare fatica a chiedere aiuto.
Noi pensiamo che sia importante
parlare della violenza e dei centri antiviolenza
alle ragazze e alle donne con disabilità
e far conoscere queste Linee di indirizzo
che spiegano cose
di cui nessuno ci ha mai parlato
e ci dicono come fare
se pensiamo che qualcuno
ci stia facendo violenza.
È importante che tutte le donne con disabilità
soprattutto con disabilità intellettiva
vengano aiutate a riconoscere e a rifiutare
i comportamenti violenti
e che possano trovare persone capaci di ascoltare.
Noi autorappresentanti
vogliamo far conoscere queste Linee guida
alle donne e alle ragazze con disabilità
perché devono sapere
che ci sono degli aiuti per loro
quando si trovano in difficoltà
o hanno subito una violenza.
Pensiamo che sia importante
che le donne con disabilità
leggano queste Linee guida
perché possono aiutarle
a prevenire o riconoscere la violenza.
Isabel Ananos, portavoce del gruppo di Autorappresentanza Anffas Nord Milano