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20 Ottobre 2024

Diritti delle persone con disabilità in tribunale: 800 le sentenze nel 2023

Nonostante il riconoscimento legislativo il ricorso al tribunale è frequente soprattutto per quanto riguarda il diritto allo studio. È quanto emerge dal rapporto Musa presentato a Milano

Nel 2023, il tema dei diritti delle persone con disabilità è stato oggetto di un’intensa attività giudiziaria in Italia, con oltre 800 pronunce analizzate, un numero che suggerisce come i diritti di queste persone, nonostante il riconoscimento legislativo, necessitino spesso di tutela attraverso il ricorso al giudice.

È quanto emerge dal rapporto “La giurisprudenza sui diritti delle persone con disabilità nell’anno 2023” una ricerca a cura di Giuseppe Arconzo (docente di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Milano) e Stefano Bissaro (ricercatore in Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano), in collaborazione con il Centro Antidiscrimninazione Franco Bomprezzi di LEDHA. Il report, presentato il 18 ottobre, si inserisce nell’ambito del Progetto Musa - Multilayered Urban Sustainability Action finanziato dall’Unione europea – NextGeneration Eu.

Il rapporto evidenzia come, nonostante i progressi normativi, il ricorso al giudice rimanga uno strumento cruciale per garantire l'effettività dei diritti delle persone con disabilità. Il numero elevato di contenziosi, soprattutto in materia di diritto allo studio e progetti di vita, suggerisce persistenti difficoltà nell'attuazione delle leggi a livello amministrativo e locale. L'auspicio è che la crescente attenzione giurisprudenziale contribuisca a una maggiore consapevolezza e a una più piena realizzazione dei diritti fondamentali di queste persone.

Il settore che registra il maggior numero di contenziosi è quello relativo alla scuola e al diritto allo studio: nonostante una giurisprudenza consolidata, le istituzioni scolastiche e gli enti locali spesso faticano a garantire pienamente il diritto all’inclusione scolastica, costringendo molte famiglie a intraprendere azioni legali. Le principali questioni riguardano l’inadeguatezza del Pei o la sua mancata/parziale applicazione.

 

In termini numerici, rispetto alla tipologia di contenziosi, seguono quelli relativi ai caregiver e quelli che riguardano l’accesso alle prestazioni sanitarie assistenziali.

Un elemento che vale la pena mettere in evidenza riguarda il ricorso alla legge 67 del 2006 (“Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni") che sancisce il diritto alla non discriminazione delle persone con disabilità. Questa norma, si legge nel report, viene utilizzata per lo più negli ambiti legati ad accessibilità, mobilità e trasporti, nonché alla scuola ma l’elemento su cui occorre ragionare è collegato “alla sua scarsa incidenza in termini percentuali rispetto alla complessiva produzione giurisprudenziale”, si legge nel report.

Soltanto in una quarantina di casi, degli 802 selezionati, il procedimento è stato incardinato con le forme peculiari previste dalla legge 67/2006, appena il 6% del totale. Un dato che è utile isolare e mettere in risalto: “Esso sottende l’idea -scrivono gli autori del report- che la legge n. 67 del 2006 costituisca uno strumento che fatica ancora, a più di diciotto anni dalla sua entrata in vigore, a trovare largo impiego”.

Scarica il comunicato stampa

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