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7 Marzo 2025

Con “Artemisia” aumentate del 43% le richieste di aiuto delle donne con disabilità vittime di violenza

Nel 2024 le prese in carico sono cresciute rispetto all’anno precedente, con numeri superiori alle attese delle associazioni che hanno dato vita al progetto. I risultati verranno presentati il 20 maggio durante il convegno “Nessuna esclusa”

Nella città di Milano e nei Comuni dell’hinterland interessati dal progetto “Artemisia”, il numero di donne con disabilità vittime di violenza che si sono rivolte a un centro antiviolenza (CAV) è aumentato del 43% tra il 2023 e il 2024. Si tratta di un dato nettamente superiore rispetto a quanto atteso dalle associazioni che hanno promosso il progetto, segno che sul territorio esiste un bisogno effettivo ed emergente, cui è stata data una prima risposta.

“Artemisia” (Attraverso Reti Territoriali Emersione di Situazioni di Violenza) è un progetto promosso da Fondazione Somaschi Onlus, Fondazione ASPHI Onlus, LEDHA - Lega per i diritti delle persone con disabilità, Ceas - Centro ambrosiano di solidarietà e Fondazione Centro per la famiglia Card. Carlo Maria Martini.

Tra il 2023 e il 2024, il progetto ha organizzato attività di formazione e sensibilizzazione rivolte sia alle Reti territoriali antiviolenza di Milano, Melzo, Rho, Rozzano, San Donato Milanese, Legnano e Cinisello Balsamo -per migliorare le loro competenze sui temi relativi alla disabilità- sia alle associazioni di persone con disabilità, per sensibilizzarle sulle questioni di genere.

Questa attività ha avuto un impatto immediato, come riscontrato già nel 2024 dalle associazioni che gestiscono i centri antiviolenza. Il numero di donne con disabilità vittime di violenza prese in carico dai CAV è passato dalle 41 del 2023 (su 691, pari al 5,9% del totale) alle 59 del 2024 (su 782, pari al 7,5% del totale). A queste vanno aggiunte altre 17 donne seguite dal Consultorio familiare della Fondazione Centro per la famiglia Card. Carlo Maria Martini.

“Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto eravamo consapevoli del fatto che la violenza ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità è un fenomeno invisibilizzato. Da qui la necessità di farlo emergere”, commenta Laura Abet, avvocata e responsabile del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA. “Questi numeri sono molto più alti di quanto ci aspettavamo: segno che il progetto risponde a un bisogno diffuso”.

L’aumento delle prese in carico delle donne con disabilità da parte dei centri antiviolenza è anche legato a un miglioramento dell’accessibilità di questi servizi. Troppo spesso, infatti, i CAV e le case rifugio presentano ostacoli che rendono difficile -se non impossibile- l’accesso alle donne con disabilità motoria. Per chi ha una disabilità cognitiva o sensoriale, invece, l’ostacolo principale è rappresentato dalla difficoltà ad accedere alle informazioni.

Per questo motivo, “Artemisia” ha redatto delle Linee di indirizzo rivolte alle associazioni e agli enti che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio. Queste contengono informazioni utili a rendere accessibili e fruibili i servizi alle donne e ragazze con disabilità. Le linee d'indirizzo forniscono, ad esempio, indicazioni sugli accorgimenti da adottare per superare le barriere architettoniche e per garantire l’accesso alle informazioni, ai siti internet e ai canali di comunicazione tra le potenziali vittime e le operatrici del CAV. Ciò consente a chi ha una disabilità sensoriale o cognitiva di utilizzarli in autonomia.

Infine, all’interno delle Linee di indirizzo è stato inserito un questionario di autovalutazione, utilizzabile dalle operatrici dei singoli CAV per verificare l’accessibilità della struttura, registrando la presenza o meno di barriere architettoniche, segnaletica interna e bagni accessibili. Questo strumento rappresenta un punto di partenza per valutare gli interventi necessari per migliorare l’accessibilità.

Il progetto “Artemisia” e i risultati ottenuti nei due anni di attività saranno al centro del convegno “Nessuna esclusa”, in programma martedì 20 maggio a Palazzo Marino.

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