A ritirare il riconoscimento il presidente Alessandro Manfredi e il vicepresidente Enrico Mantegazza. "Onorati per questo riconoscimento, rappresenta uno stimolo per continuare al meglio nel nostro lavoro"
Sabato 27 maggio LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha ricevuto il premio "Rosa Camuna", l'onorificenza più alta riconosciuta da Regione Lombardia. I riconoscimenti vengono conferiti ogni anno in occasione della "Festa della Lombardia" -su indicazione del presidente Attilio Fontana, della Giunta e del Consiglio regionale- alle associazioni, agli enti e alle persone che si sono contraddistinte per l’impegno, l’operosità, la creatività e l’ingegno di coloro che si sono particolarmente distinti nel contribuire allo sviluppo economico, sociale, culturale e sportivo della Lombardia.
A ritirare il premio per conto di LEDHA sono stati il presidente, Alessandro Manfredi, e il vicepresidente Enrico Mantegazza. "Siamo onorati per questo riconoscimento all'impegno quotidiano di LEDHA a favore delle persone con disabilità per tutelarne i diritti e promuovere l'inclusione sociale -commentano Alessandro Manfredi ed Enrico Mantegazza-. Al tempo stesso rappresenta uno stimolo a continuare al meglio nel nostro lavoro: le sfide aperte sono ancora molte, a partire dalla promozione del diritto alla vita indipendente e il contrasto alle barriere ambientali, temi al centro di due nostre recenti campagne. Da quarant'anni LEDHA è un punto di riferimento importante per le persone con disabilità, i loro familiari e le associazioni della Lombardia. E continueremo a essere al loro fianco".
Nel corso della cerimonia -che si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell'alluvione in Emilia-Romagna- sono stati consegnati i premi "Rosa Camuna" alla memoria all'ex presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e all'atleta Elena Fanchini. Ed è stata inoltre riconosciuta una menzione ad Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) "sempre coraggiosamente al fianco di migliaia di famiglie che convivono con questa grave malattia".