Piazzale Croce Rossa 1
23100 Sondrio SO
Telefono: 0342/511522
segreteria@crisondrio.it
Saperele origini della Croce Rossa è sempre utile da ricordare e il perché apparteniamo a questa grande opera mondiale.
Durante i corsi con termini e definizioni vi è stato illustrato la sua nascita, la casualità che ha spinto uno svizzero, Henry Dunant, a percepire la necessità di dare origine ad una idea di soccorso, divenuta di dimensione universale.
La Croce Rossa Italiana è nata a Milano il 15 Giugno 1864 in concomitanza della fondazione della Croce Rossa di Ginevra dal già esistente Comitato Milanese dell’Associazione Medica Italiana, che prontamente si è annesso.
Il primo Presidente fu il Dr. Cesare Castiglioni.
Il direttivo era composto prevalentemente da medici.
Successivamente fu trasferita a Roma divenuta Capitale D’Italia.
La nostra storia comincia qui.
Come molte altre città lombarde che condivisero pienamente l’Istituzione Ginevrina, anche Sondrio divenne Comitato Provinciale CRI.
Presumibilmente il Presidente fu il nobile, Pio Sertoli, che strutturò presso il suo antico edificio, in Piazzetta Quadrivio a Sondrio, la segreteria e dall’angusto portone l’uscita delle 2 ambulanze di pronto soccorso che erano situate nel cortile interno in locali adattati che anticamente erano adibite a stallaggio.
L’alloggiamento della segreteria e il dormitorio del personale dipendente erano sistemate al primo piano.
Operavano 7 dipendenti di cui un’impiegata, gli autisti o barellieri svolgevano le loro mansioni tutta la settimana compreso il sabato, la domenica o le feste comandate, con una turnazione programmata.
Durante il mandato l’allora Presidente dovette svolgere anche l’opera di collegamento seguendo le direttive del Comitato Centrale, trasferito per ragioni di sicurezza, nella nostra provincia, in Aprica, per circa 2 anni.(1943 fine 1944).
Il Presidente nazionale era il Dr. Varano ed il Direttore Generale il Sig. Rodolfo Cruciali. L’organico romano unitamente alle loro famiglie era di 650 persone, dislocate in più abitazioni, appartamenti ed alberghi, requisite dal governo, mentre la Sede principale era operante in un istituto religioso.
Il Presidente Nazionale manteneva i contatti con tutti i Comitati Provinciali del territorio Nazionale in un momento difficile e complesso, occupandosi inoltre di seguire personalmente le vicende familiari di circa 200 prigionieri di guerra controllati da militari, nonché informazioni di combattenti dispersi in guerra, di civili scomparsi per gli eventi bellici, con una minuziosa ricerca per un possibile ricongiungimento alle loro famiglie e nel pieno adempimento delle norme stabilite dalla Convenzione di Ginevra.
Alla fine del 1944 tutto fu trasferito a Milano.( quanto sopra inerente al Comitato Centrale è stato desunto dalla copia diuno scritto redatto probabilmente dal Parroco in quei tempi della comunità Aprichese).