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Abbraccialo per me

Regia: Vittorio Sindoni

Durata: 103 min.

Origine: Italia - 2015

Genere: Drammatico

Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=6K4tVRznzOY

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In un piccolo centro della Sicilia, il giovane Francesco conduce una vita
apparentemente normale assistito da una madre iperprotettiva, un padre dispotico e
assente e una sorella premurosa. Il ragazzo ha una disabilità intellettiva di cui anche i
genitori saranno costretti infine a prendere atto, rimettendo in discussione l'equilibrio
della famiglia e i destini del figlio.
C'è un piccolo borgo del Sud Italia con i suoi santi, il parroco, l'Arma, la processione
votiva. Ci sono i residenti che vi abitano, facce note, che vivono in casupole troppo
strette tra loro per non ficcanasare. E c'è Francesco, interprete suo malgrado di una
diversità, additato dalla cittadinanza che lo chiama Ciccio Tamburo in nome della sua
passione per la batteria. Le dicerie però non sono tutte maldicenze, e a Ciccio viene
presto diagnosticata una sindrome dissociativa. Ha scatti d'ira incontrollati, incarna le
sue paure nella figura di un immaginario Uomo Nero, si intrattiene con la contessa
vicina di casa, con cui condivide la musica e la solitudine dell'isolamento.
Il regista promuove il progetto del Teatro Patologico di Dario D'Ambrosi che all'interno
del film si ritaglia uno spazio significativo nel finale. I temi su cui aprire un dibattito
sono sacrosanti. Il suo cinema però non riesce a sostenerli. Perché il soggetto lavora,
come troppa fiction, per accumulo di catastrofi: la disabilità del protagonista, la
separazione dei genitori che segue l'adulterio del padre, la morte di quest'ultimo dopo
aver contratto il diabete.
Chi ci parla, non si discute, è votato alla causa. A mancare è un'idea di regia che sappia
tenere insieme i pezzi anziché, come da titolo, delegare il proprio pensiero ad altri.